Alimentazione della cagna in gravidanza
L’equilibrio nutrizionale durante la gravidanza dei cani richiede un’attenta valutazione metabolica, dove proteine di alta digeribilità, acidi grassi essenziali e micronutrienti strategici determinano la salute riproduttiva. La dottoressa Francesca Giulianelli di Ca’ Zampa ci accompagna in questo complesso percorso scientifico che si sviluppa attraverso fasi metaboliche precise, dove ogni singolo elemento nutritivo diventa determinante per prevenire rischi di morbilità e garantire lo sviluppo ottimale della cucciolata
di CA' ZAMPALa valutazione nutrizionale della cagna incinta dovrebbe essere effettuata prima dell’inizio della gestazione al fine di valutare il BCS (Body Condition Score) e la sua dieta, in modo da essere sicuri che riceva tutti i nutrienti necessari per sostenere una gravidanza.
Meglio che la cagna non sia in sovrappeso, perché potrebbero aumentare le probabilità di insuccesso sia del concepimento che della gravidanza. Ma non deve nemmeno essere troppo magra, o sottoalimentata, poiché in questi casi si ha un aumento delle probabilità di avere cucciolate poco numerose con elevata morbilità e mortalità neonatale, oltre a minor produzione di latte e un’inadeguata risposta immunitaria sia della mamma sia dei cuccioli.
Cosa dare da mangiare ad un cane in gravidanza?
Durante le prime fasi della gestazione del cane,il peso e il fabbisogno energetico aumentano di poco rispetto a quelli di mantenimento. Tuttavia, è fondamentale migliorare la qualità dell’alimentazione della cagna incinta. Il cibo deve contenere proteine di alta qualità e digeribilità, insieme a una giusta concentrazione di acidi grassi essenziali come EPA e DHA.
Tale stato fisiologico rende indispensabile, soprattutto in caso di dieta casalinga, consultare un veterinario nutrizionista, il quale considererà i fabbisogni nutrizionali indicati da FEDIAF (fabbisogni minimi di proteine, di lipidi, di vitamine e di oligoelementi).
Con l’avanzare della gravidanza del cane, nonostante aumenti il fabbisogno energetico, spesso la cagna fatica ad ingerire grandi quantità di cibo, poiché aumenta l’ingombro addominale dell’utero e dei feti.
Andrà perciò somministrata una dieta ad alta densità energetica, aumentando la percentuale di grassi (10-15% sulla sostanza secca) e cercando di scegliere quelli più facilmente digeribili.
In generale la carne è una delle fonti di grassi saturi più importanti per gli animali domestici (talvolta addirittura l’unica), seguita dal pesce, che però contiene perlopiù acidi grassi insaturi. A queste fonti si possono aggiungere anche olio di pesce (o di fegato di pesce), burro, strutto, uova, olio d’oliva, olio di mais, di lino, di arachidi, di cocco, di soia e di girasole, che contengono dal 50-60% di acidi grassi insaturi (per gli oli e i grassi di origine animale) all’80-90% per gli oli vegetali.
Attenzione anche ai carboidrati (maggiore del 23% della sostanza secca): più del 50% dell’energia per lo sviluppo fetale è fornita dal glucosio, per questo almeno il 20% dell’energia apportata dall’alimento deve derivare dai carboidrati. Proprio per questo tra le vitamine quella più importante è la tiamina (vitamina B1) che ha un ruolo fondamentale nel metabolismo dei carboidrati.
Per quanto riguarda i minerali e le vitamine, diciamo che i livelli di calcio, fosforo e il loro rapporto sono fondamentali. Una loro carenza può portare ad inerzia uterina, alterata ossificazione dei feti e a problemi scheletrici dei cuccioli.
Ferro, biotina e vitamina b6: la loro carenza può portare ad una compromissione del sistema immunitario, con un aumento del rischio di infezione; zinco e rame, fondamentali per evitare un riassorbimento fetale nelle prime settimane di gravidanza; vitamina A, che se assunta in eccesso può favorire lo sviluppo di spina bifida o palatoschisi nei feti, ma che se assunta in quantità troppo ridotte può aumentare le probabilità di un aborto.
Per quanto concerne l’acido folico, gli studi in medicina veterinaria sono molto limitati, ma i pochi effettuati associano ad una sua carenza un aumentato rischio di palatoschisi. Può quindi essere utile integrare la dieta somministrandone giornalmente 2,5 mg totali ai cani di piccola taglia, e 5 mg a quelli di media e grande taglia.
Come per altri stati fisiologici, ma in particolare in questo, non si consiglia di utilizzare un “mix” di diete, ma di sceglierne una (commerciale, casalinga…) in modo da non rischiare sbilanciamenti o problemi digestivi nella cagna.
Che crocchette dare al cane in gravidanza
Scegliere le crocchette per una cagna incinta richiede attenzione.
Un errore comune è quello di utilizzare l’alimento usato fino a quel momento aumentando semplicemente la dose già dalla prima settimana di gestazione.
Il fabbisogno energetico durante la gravidanza non aumenta fino alla quinta settimana, mentre ciò che varia da subito sono i fabbisogni nutrizionali di proteine, amminoacidi, acidi grassi essenziali minerali e vitamine.
Dalla quinta settimana di gestazione i fabbisogni nutrizionali della cagna aumentano, perciò bisogna iniziare un cambio graduale dell’alimento, scegliendone uno specifico.
In commercio esistono numerosi crocchette specifiche per l’alimentazione del cane in gravidanza, spesso adatte anche ai cuccioli in fase di svezzamento. Questi petfood secchi sono spesso caratterizzati da un tipo di crocchetta che può facilmente essere trasformata in “pappa” se aggiungete acqua tiepida; sono inoltre ben indicate sull’etichetta le dosi da somministrare, in base alle settimane di gravidanza.
Si tratta di diete che supportano il sistema immunitario, le articolazioni e un generale buono stato di salute.
La prima cosa da controllare è la quantità di proteine contenute nell’alimento. FEDIAF indica, come minimo, un contenuto del 25% di proteine su sostanza secca.
Attenzione: bisogna che il proprietario consulti il medico per interpretare correttamente l’etichetta, perché i valori vanno considerati sulla sostanza secca, cioè sul mangime privo della componente umida. Non sempre i valori sulla confezione sono però espressi in tal modo.
Inoltre bisogna sapere di che origine sono queste proteine. Se un mangime, ad esempio, contiene parecchi legumi o patate, è probabile che una buona parte di quelle proteine derivino da questi alimenti e sarebbe quindi sconsigliato in un animale gravido, poiché durante la gestazione è particolarmente importante che le proteine derivino da fonti animali.
I grassi devono essere intorno al 20% sulla sostanza secca e devono fornire Epa e Dha, essenziali in gravidanza, come indicato da FEDIAF, poiché il DHA aiuta a preservare le funzionalità della placenta e permette il corretto sviluppo fetale.
Quante volte deve mangiare una cagna incinta?
A partire dalla quinta settimana di gravidanza bisognerebbe aumentare il numero di pasti giornalieri della cagna incinta, portandoli preferibilmente a 4-5, in modo da non avere mai un eccessivo ingombro gastrico ed evitare oscillazioni rilevanti della glicemia.
Si arriverà ad una alimentazione a piacere durante l’allattamento.
Cosa dare alla cagna per aumentare il latte?
La composizione del latte di cagna si discosta notevolmente da quello del latte di vacca, contenendo più del doppio delle proteine (7,5% rispetto a 3,1%) e delle chilocalorie e quasi il triplo dei grassi (9,5% contro il 3,5%), ma in cambio è meno ricco di lattosio. Questa è una delle ragioni per cui, in caso di cuccioli orfani, si sconsiglia di somministrare il latte vaccino ai cani.
L’elevata concentrazione proteica del latte si riflette in un aumentato fabbisogno proteico della cagna, portandolo ad un 25-35% sulla sostanza secca.
Anche il contenuto in grassi deve essere nettamente superiore a quello di mantenimento (almeno il 20% su sostanza secca).
Tra questi, l’acido docosaesaenoico (DHA) dovrebbe rappresentare almeno il 40% del totale di EPA + DHA somministrato alla cagna: esso è presente nel pesce, soprattutto sgombro, salmone, tonno.
Sulla necessità di inserire i carboidrati, alcuni studi dimostrano che il contenuto di lattosio nel latte è maggiore se la madre viene alimentata anche con carboidrati (almeno il 20%).
Anche sui livelli di calcio e fosforo raccomandati non c’è un valore unanime, ma i fabbisogni sono aumentati.
L’apporto di calcio è importante in gravidanza tardiva e nell’allattamento: questo elemento deve essere fornito in modo bilanciato, perché una supplementazione sconsiderata porta a eclampsia (ipereccitabilità neuromuscolare puerperale data dall’ipocalcemia grave), distocia (parto difficile) e alterazioni nei cuccioli.
Dopo il parto l’assunzione di cibo aumenta e raggiunge il massimo 3-4 settimane dopo; alla cagnolina vanno somministrati alimenti dall’elevato valore energetico e proteico e ricchi di materie grasse.
Esistono integratori commerciali formulati appositamente per questo stato fisiologico; essi contengono: proteine di siero di latte, maltodestrina, olio di cocco, fosfato monocalcico, calcio carbonato; vitamina E, vitamina A, vitamina D3 (è vietata la contemporanea somministrazione di vitamina D2), vitamina C, acido folico.
Per stabilire la giusta alimentazione della cagna in gravidanza è indispensabile rivolgersi al veterinario di fiducia. Sarà lui a stilare una dieta equilibrata a seconda del peso iniziale del cane, del suo stato di salute e delle sue esigenze, che contenga in dose sufficiente ma non eccessiva proteine, vitamine, aminoacidi e tutti gli altri nutrienti per una gravidanza sicura. Anche dopo il parto, quando la cagnolina allatta, è molto importante che il cibo che le somministrate sia adeguato, sia come qualità che come quantità. Questo non solo farà aumentare il latte prodotto dalla madre, ma aiuterà i cuccioli a crescere in salute.
Dottoressa Francesca Giulianelli, veterinario di Ca’ Zampa
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Foto: IPA
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