Skip to Content
image description

A Gaza sono in azione anche i cani soldato dell’unità Oketz 

Fondamentali per fiutare esplosivi, evitare imboscate e aiutare l’esercito a muoversi nei tunnel dei terroristi, questi soldati a quattro zampe si sono già dimostrati determinanti nel respingere l’assalto dei guerriglieri di Hamas.

di Alessio Pagani

Hanno un fiuto eccezionale, una tempra notevole e sono addestrati a muoversi tra spari e esplosioni. Mantenendo la calma, pronti però a scattare sul nemico se lo dovessero avvertire. Sono i cani soldato dell’Idf, l’esercito israeliano. 

Impegnati ormai da giorni all’interno della Striscia di Gaza con un compito ben preciso, quello di stanare i miliziani di Hamas dai loro tunnel e nascondigli, i cani fanno parte delle forze armate israeliane fin dal 1974.  Risale ad allora la fondazione dell’unità Oketz, che in ebraico significa “puntura”. Partito come nucleo sperimentale composto inizialmente da appena 11 soldati, dopo i primi attacchi terroristi contro Israele, ha operato in totale segretezza per almeno 14 anni.

Solo sul finire degli Anni 80, infatti, in occasione di un’operazione militare in Libano, la sua esistenza è stata svelata al pubblico. Ma poco è cambiato. Fiutare esplosivi e armi, rintracciare ricercati e recuperare eventuali dispersi o persone rapite, restano il fulcro dell’azione di queste unità. Missioni del tutto simili a quelle degli altri cani arruolati negli eserciti delle democrazie occidentali.  

Preparate meticolosamente, le unità cinofile, composte da cane e conduttore, vengono sottoposte a uno screening rigoroso. Insieme – e questa è parte integrante del percorso di formazione – devono stringere un forte legame e sviluppare attaccamento reciproco. Che non riguarda solo le fasi di addestramento e le missioni. Al termine di un servizio di sette anni, infatti, questi animali rimangono assieme al militare accanto al quale hanno lavorato.  

Lavoro che ora stanno portando avanti, a rischio della loro vita, proprio nell’enclave controllata da Hamas. Specialmente in quel reticolato di tunnel che rappresenta il cuore dell’organizzazione terroristica. Una spirale di trappole esplosive che solo il fiuto dei cani può individuare.  

E che questi quattrozampe siano determinanti in missione lo dimostrano i racconti della loro reazione alla strage compiuta da Hamas il 7 ottobre, il cui bilancio avrebbe potuto essere ancora più grave se con i loro conduttori non fossero corsi in aiuto dei civili inermi dei kibbutz e moshav assaltati nel sud del Paese. A Be’eri, ad esempio, le unità cinofile sono riuscite a salvare circa 200 israeliani e a neutralizzare una decina di miliziani. A Kfar Aza hanno fatto lo stesso. E un cane della squadra, Nauru, impiegato nella ricerca dei terroristi e delle loro armi, è caduto sotto i colpi terroristi.  

Ora riposa nella sezione speciale del cimitero della loro base. L’ingresso è dominato da un monumento dedicato alla loro memoria. C’è impressa una scritta sopra: «Camminate con dolcezza tra queste pietre, perché qui giacciono eroi che non portavano il fucile e non indossavano l’uniforme, ma hanno sempre obbedito agli ordini. Sono andati in battaglia con fiducia e amore del dovere, chi tra di noi può dire di essere stato migliore».  

(Foto d’apertura: @idf)

Copyright © 2025 – Tutti i diritti riservati

WordPress Ads