Skip to Content
image description

Usa, paura per una misteriosa malattia respiratoria che colpisce i cani  

Il disturbo inizia con una tosse persistente che diventa rapidamente una polmonite resistente a cure e antibiotici. E il contagio non sembra arrestarsi. Intanto il coronavirus minaccia sempre più gatti.

di Redazione

Ci sono due malattie polmonari, diverse e non collegate tra loro, che minacciano cani e gatti. Abbastanza per innalzare il livello di attenzione dei medici veterinari.  

L’ultimo allarme, in ordine di tempo, è stato lanciato dagli Stati Uniti. Lì, infatti, decine di quattrozampe sono costretti, loro malgrado, a fare i conti con un’insolita malattia respiratoria. Per ora gli Stati più colpiti sono l’Oregon, il Colorado e il New Hampshire. Territori in cui si sono registrati diversi casi di malattie respiratorie e polmoniti difficili da curare, anche con gli antibiotici. I sintomi più comuni, poi, includono tosse, starnuti, secrezione nasale e oculare. Gli animali controllati manifestano anche eccessiva stanchezza, ma non risultano positivi al test per nessuna delle cause comuni di malattie respiratorie.  

Il Dipartimento dell’Agricoltura dell’Oregon ha già documentato più di 200 casi della malattia da metà agosto e anche le istituzioni degli altri Stati coinvolti hanno lanciato appelli ai proprietari affinché contattino immediatamente il loro veterinario di fiducia se dovessero notare l’insorgere di questi sintomi. Coinvolto nell’analisi epidemiologica dei casi, anche il National Veterinary Services Laboratory del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, segno che anche il governo federale prende sul serio la questione. E i laboratori di tutto il Paese hanno iniziato a condividere le loro scoperte nel tentativo di individuare l’effetto scatenante. Al momento i ricoveri continuano.  

Per i gatti, invece, il pericolo è legato a un ceppo particolarmente aggressivo di Coronavirus, lo stesso scoperto a Cipro e curato con farmaci antivirali per umani.   

Il virus FCov-23, già responsabile della morte di almeno 8mila felini, però, è stato isolato anche nel Regno Unito. Lo hanno trovato gli scienziati dell’Università di Edimburgo, del Royal Veterinary College, quando un gatto portato nel Regno Unito dall’isola del Mediterraneo è risultato infetto: ha sviluppato i sintomi dopo essere risultato positivo. L’animale, isolato dal suo proprietario, è stato sottoposto a ulteriori test e cure.

L’infezione, che può colpire i gatti di tutte le età, rimarrebbe dormiente, ma in almeno un gatto su dieci causa, secondo quanto è dato sapere finora, la peritonite infettiva felina (FIP), una malattia caratterizzata da sintomi come febbre, letargia e infiammazione, che senza trattamento è quasi sempre letale. Trattamento per cui a Cipro si è deciso di ricorrere anche a farmaci antivirali per uso umano.  

(Foto d’apertura: IPA)

Copyright © 2024 – Tutti i diritti riservati