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Lecco, proteste per il divieto di sfamare animali selvatici e randagi 

Infuriano le polemiche contro la decisione del sindaco Mauro Gattinoni. La sua ordinanza riempe di sdegno le associazioni animaliste. Brambilla: «Pronto il ricorso al Tar contro questa vergogna nazionale».

di Alessio Pagani

«Vietato sfamare animali selvatici e randagi». È questo, in sintesi, il contenuto dell’ordinanza siglata dal sindaco Mauro Gattinoni che, come primo risultato, ha scatenato una serie di polemiche feroci con gli animalisti e non solo. In tanti, forze politiche comprese, ne chiedono, infatti, l’immediata revoca. Stando al provvedimento, infatti, non solo sarebbe vietato dare cibo a gabbiani, cigni, piccioni, anatre e nutrie, ma anche ai cani e ai gatti randagi delle colonie feline. Precisazione che ha mandato su tutte le furie le tante persone sensibili verso gli animali meno fortunati. «Vista la cospicua biodiversità che caratterizza il territorio lecchese, e data la presenza in molte zone del territorio comunale di colonie delle più svariate specie animali, gabbiani, cigni, piccioni, nutrie, anatre, gatti, cani randagi, abbiamo emesso un’ordinanza che vieta, con decorrenza immediata e a chiunque, di somministrare qualunque tipo di alimento costituito da mangime, granaglie, scarti e avanzi alimentari di ogni tipo, a tutte le specie di animali selvatici e randagi sull’intero territorio comunale», è scritto nel documento. Pena multe fino a 500 euro.

Ma se in città, concordano quasi tutte le associazioni animaliste, la piaga del randagismo canino è praticamente assente, sul fronte dei gatti ci sono le colonie feline organizzate e tutelate. Che però, stando a questa ordinanza, i volontari non potranno più sostenere con il cibo. Troppo, secondo i promotori delle proteste. Guidate da Michela Vittoria Brambilla (nella foto d’apertura), presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente. «Se il provvedimento non verrà revocato subito farò ricorso al Tar. Le ordinanze “affama randagi” sono una vergogna nazionale – sottolinea la presidente della LEIDAA – e non avrei mai pensato di doverne parlare in una città civile come Lecco». Pronto a dare battaglia anche l’ex assessore all’ambiente Ezio Venturini. «Mi rivolgerò agli enti superiori perché nessuna ordinanza può andare contro le colonie feline». 

Sul piede di guerra anche l’ENPA. «Far mancare cibo e acqua ai tanti animali di cui le persone di buon cuore si prendono cura», ha affermato Carla Rocchi, presidente nazionale ENPA, «può considerarsi un vero e proprio maltrattamento ed è contraria alla legge sul randagismo». Pronta a dare battaglia è anche la Lega. «Non abbiamo mai sentito che a Lecco ci sia un problema di cani randagi e, qualora ve ne fosse qualcuno, quanto è etico non sfamarlo?», si domandano dal Carroccio. «Alla faccia di tutte le belle parole sul rispetto degli animali».  

(Foto d’apertura: @michelavittoriabrambilla)

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