Topi addestrati per soccorrere le vittime dei terremoti
Non è fantascienza, ma un progetto cui lavora la ong belga Apopo che già li utilizza per rilevare le mine antiuomo. Presto in Turchia andranno in scena i primi test operativi.
di Alessio PaganiGià adesso vengono impiegati nella ricerca di mine antiuomo. Presto saranno operativi anche in caso di terremoti. Sono i ratti giganti africani addestratati, da ormai quasi 25 anni, della Ong belga Apopo. Da tempo, infatti, gli specialisti dell’organizzazione hanno notato come i ratti giganti africani siano i più adatti per lo sminamento, grazie alle particolari dimensioni che consentono loro di camminare attraverso i campi minati senza il rischio di innescare gli esplosivi, e al loro fiuto infallibile. Così si sta pensando di allargare gli orizzonti di queste creature. Il progetto, ideato dalla organizzazione no-profit consiste, infatti, nell’equipaggiare i roditori con minuscoli zaini high-tech per aiutare i primi soccorritori a cercare i sopravvissuti nelle zone disastrate. Così si è dato il via alla formazione dei “RescueRat”. Sempre per gradi e senza costrizioni.
Il primo step dei ricercatori è stato addestrare i topi a tirare una palla attaccata alla loro pettorina. La sfera è collegata a un microinterruttore che emette un segnale acustico. E quando i topi hanno perfezionato l’allenamento, i ricercatori hanno aggiunto una persona come bersaglio. L’obiettivo era che il topo cercasse la persona all’interno di un sito di detriti finti, tirasse la palla per segnalarla e tornasse da dove era stato rilasciato quando sentiva il segnale di richiamo. Ad attenderli c’era la giusta ricompensa per il loro lavoro: avocado e banana mescolati. Poi le simulazioni si sono fatte via via più difficili. Anche perché l’obiettivo è renderli sempre più capaci di districarsi tra le macerie. Dopodiché, nel sito di addestramento di Morogoro, in Tanzania, hanno imparato anche a portare sulla schiena una sorta di zainetto, progettato in collaborazione con un team di ingegneri della Eindhoven University of Technology, che include una videocamera, un microfono, un altoparlante per la comunicazione e un dispositivo per localizzare la posizione del topo. Lo zaino consentirà la comunicazione in tempo reale dall’interno del sito dei detriti con i sopravvissuto.
La strada, è bene dirlo, è ancora lunga, ma i primi risultati sono senz’altro promettenti. Una volta finita questa prima fase di esercitazione, i topi saranno trasferiti in Turchia per ulteriori sessioni di apprendimento con GEA. E infine, in caso di successo, passeranno quindi a prove operative in cui potrebbero essere mobilitati in risposta a qualsiasi disastro naturale.
(Foto d’apertura: Apopo)
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