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SeaWorld apre “orca-free”, ma non si salva dalle polemiche

Il parco acquatico inaugurato negli Emirati Arabi Uniti si è dichiarato “amico” di questi mammiferi marini dopo le polemiche sulla salute degli animali. Per le associazioni animaliste però non è abbastanza.

di Lorenzo Sangermano

SeaWorld apre un nuovo capitolo: un parco acquatico “senza orche”. Inaugurato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, la nuova struttura della catena statunitense è stata lanciata come la prima sede internazionale del noto parco americano. 

Una tecnica che però non ferma le controversie, poiché la struttura ospita ancora migliaia di animali marini in cattività. L’azienda ha ora deciso di porre fine alla pratica di allevamento delle orche. Ma cosa succede agli altri abitanti marini?

Il nuovo parco a tema, con un investimento di oltre 1,2 miliardi di dollari, vanta il titolo di acquario più grande del mondo e può ospitare oltre 68.000 animali marini. Mentre le orche sono escluse dalla struttura, altri animali, come le focene, gli squali e i delfini, saranno comunque tenuti in cattività. Questa pratica ha suscitato critiche da parte delle organizzazioni per i diritti degli animali, che sostengono che la cattività e lo sfruttamento degli animali marini a scopo di intrattenimento umano siano eticamente discutibili.

SeaWorld è oggetto di accuse di crudeltà verso gli animali da diversi anni. Il documentario “Blackfish” del 2013 ha rivelato il maltrattamento delle orche nel parco e ha portato a una diminuzione del numero di visitatori. Dopo l’uscita del documentario, SeaWorld ha interrotto il suo programma di riproduzione delle orche e le esibizioni dal vivo con i cetacei nel 2016. La decisione di aprire la sede di Abu Dhabi senza orche è stata annunciata lo stesso anno.

Nonostante le dichiarazioni di SeaWorld riguardo all’impegno per il recupero e la conservazione degli animali marini, l’azienda è stata oggetto di critiche e accusata di violazioni. Lo scorso dicembre, il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha scoperto una focena “con sanguinamento attivo” e livelli eccessivi di cloro negli spazi a loro dedicati a SeaWorld Orlando, in Florida. Mentre i parchi negli Stati Uniti sono stati certificati dall’Association of Zoos and Aquariums (AZA), la sede di Abu Dhabi  – secondo Jennifer DiNenna, direttrice dell’accreditamento presso l’AZA – non ha ancora presentato domanda di accreditamento.

I critici sostengono che gli spettacoli e le esibizioni di delfini, che si svolgeranno ancora nel parco di Abu Dhabi, contribuiscano alla sofferenza di esseri intelligenti e sociali. Questi animali vengono spesso privati del cibo prima degli spettacoli e confinati in spazi troppo piccoli. Le organizzazioni per i diritti degli animali, come PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), hanno chiesto la fine della cattività delle creature marine e del loro utilizzo a scopo di intrattenimento.

L’apertura del parco di Abu Dhabi ha sollevato preoccupazioni sul trattamento proprio dei delfini, così come sulla spedizione di 24 di questi, tra cui due animali “salvati”, presso la sede lo scorso dicembre. E’ stata chiesta la loro liberazione, ma le proteste sono rimaste senza risposta.

L’ingresso di SeaWorld negli Emirati Arabi Uniti segna la sua espansione in una destinazione turistica internazionale in rapida crescita. La partnership con Miral, la società di sviluppo di proprietà statale, fa parte di un piano più ampio per trasformare l’isola di Yas ad Abu Dhabi in un polo per i parchi a tema, che possa competere con Orlando. L’isola vanta già un circuito di Formula 1, un parco acquatico e un parco a tema Warner Bros. Celebrità come gli attori Kevin Hart e Jason Momoa sono stati reclutati per promuoverlo.

La controversia che circonda le pratiche di SeaWorld è un’ennesima manifestazione del dilemma tra il benessere degli animali e l’intrattenimento umano.

(Foto d’apertura: @seaworldabudhabiai)

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