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Queste fotografie aiutano gli elefanti 

Cento fotografi hanno dato vita alla nuova campagna di Vital Impacts con uno scopo preciso: sostenere i piccoli pachidermi orfani del Sanctuary Reteti in Kenya e le donne che si prendono cura di loro.

di Alessio Pagani

Immagini dal doppio valore. Quello documentaristico e naturalistico, indiscusso, e quello filantropico. Altrettanto tangibile. È questo il bilancio del lavoro di Vital Impacts, l’organizzazione non governativa guidata da donne e fondata dalla fotografa e regista di documentari del National Geographic, Ami Vitale, insieme con la giornalista Eilee Mignoni. Realtà che usa proprio la fotografia per aiutare gli animali del Pianeta più minacciati e che ha già raccolto, negli ultimi 12 mesi oltre 1,5 milioni di dollari per dare linfa vitale a organizzazioni e associazioni che si occupano della protezione di ambiente.  

Un lavoro che prosegue senza sosta e che, in questi giorni, riguarda da vicino gli elefanti. Con una serie di immagini, in vendita fino al 31 gennaio, proprio sul sito di Vital Impacts, si potranno sostenere, infatti, le operazioni di assistenza, riabilitazione e rilascio in natura portate avanti dall’Elephant Sanctuary Reteti in Kenya. Si tratta di una sorta di paradiso per gli elefanti in difficoltà, collocato all’interno di un’area protetta nata nel 2016 per gli orfani del più grande mammifero terrestre. Il Reteti è anche esempio di riscatto femminile, è gestito da indigene dell’etnia Samburu, l’anima di questo progetto. E sono loro a crescere elefanti, fondamentali per l’ecosistema.  

«Reteti, dando più potere alle donne, riconosce che la protezione della fauna selvatica è un’opportunità per migliorare i mezzi di sussistenza. E i nuovi fondi raccolti riporteranno in libertà 13 elefanti orfani», spiegano i fotografi che hanno messo a disposizione i loro lavori per Vital Impacts. Si tratta di un traguardo immenso per il santuario e i suoi coraggiosi giovani ospiti, che sono arrivati ​​con notevoli difficoltà da superare. Però hanno già raggiunto moltissimi traguardi nel corso del tempo e si sono costantemente preparati per il loro rilascio. Dallo svezzamento dal biberon alle esplorazioni estese del paesaggio durante passeggiate più lunghe, hanno anche aumentato i loro incontri con altri animali selvatici e si sono procurati più cibo». 

E proprio per questo, vista la grande necessità di completare il loro percorso finalizzato al ritorno alla libertà, «è necessario sostenere questo momento importante ed evidenziare il legame vitale tra l’emancipazione delle donne, la tutela dell’ambiente e la conservazione della fauna selvatica». E per farlo basta solo acquistare una foto.  

(Foto d’apertura: “Queen Elizabeth National Park” – Joel Sartore / courtesy Vital Impacts)

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