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Pet therapy senza confini: i cani entrano in terapia intensiva 

Due golden retriever operano da alcuni giorni nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale di Rivoli, in Piemonte. Porteranno la loro gioia e il loro calore ai pazienti, ai loro familiari e al personale. E anche in Lombardia i quattrozampe possono incontrare i proprietari ricoverati.

di Alessio Pagani

Si chiama Ri-animali e ha come obbiettivo promuovere il benessere di chi, purtroppo, si trova ricoverato nei reparti di terapia intensiva. Con cure specialistiche, di carattere medico, ma anche emozionali: grazie ai cani. È partita, infatti, la prima sperimentazione della Pet therapy in un reparto di Rianimazione, quello dell’Ospedale di Rivoli, in Piemonte.

Da alcuni giorni, infatti, ci sono due stupendi ed esperti golden retriever nel reparto di cure ad alta intensità: proprio quello dove sono ricoverati i casi più gravi. Loro sono Noah di 10 anni e la giovane Cecilia di 4, che operano insieme ai loro conduttori dell’Associazione Aslan. E si prenderanno cura degli 11 pazienti, dei loro familiari e del personale del reparto (24 anestesisti, 25 infermieri, 5 operatori socio sanitari e 2 amministrativi) 

Obiettivo? Quello di migliorare la qualità della vita e promuovere il benessere di tutti coloro che abitano quello spazio, per necessità di salute o per lavoro.  

«Sono molto orgoglioso di questa esperienza», dichiara Alberto Cirio, Presidente della Regione, «che pone il Piemonte e l’Ospedale di Rivoli all’avanguardia in Italia nell’umanizzazione degli ospedali. Aprire anche i reparti più complessi per la cura dei malati, come per esempio la terapia intensiva, alla pet therapy è davvero una sfida importante e un gesto di profonda attenzione nei confronti delle persone ricoverate, delle loro famiglie e del personale che con grande impegno lavora in questi reparti. La vicinanza e l’affetto degli animali, nei momenti di sofferenza, sono curativi e possono offrire sollievo anche nei momenti più difficili».  

Il progetto avrà durata di un anno, con un totale di 40 incontri, e prevede sedute di 45 minuti ciascuna, che si terranno una volta a settimana, con una pausa nei mesi estivi. I cani si avvicineranno ai pazienti sotto la guida di personale specializzato dell’Associazione Aslan, che cura il progetto insieme all’Azienda Sanitaria, affiancato da medici ed infermieri del reparto appositamente formati. Il tutto in collaborazione con Mauro Moretta, veterinario proprio della Asl To 3.  

«L’umanizzazione delle cure è un impegno costante per la nostra azienda», sottolinea Franca Dall’Occo, Direttore Generale dell’AslTo3, «che portiamo avanti quotidianamente, impegnandoci per migliorare sempre la qualità dei servizi e il dialogo con i cittadini, per interpretare al meglio le esigenze di tutti. La Pet Therapy è il segnale di un’attenzione in più, in situazioni particolarmente critiche, come sono sempre i casi seguiti dalla rianimazione». 

Visite a quattrozampe anche in Lombardia 

Nessun progetto organico, almeno per ora, ma visite speciali anche in Lombardia. Perché ormai è chiaro il beneficio che i cani possono apportare nei confronti dei malati. Persino di quelli ricoverati in terapia intensiva. E così, nelle scorse ore, l’Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Sesto San Giovanni, diretta da Paolo Cortellazzi, ha accolto il simpatico Haru, l’amico a quattro zampe di una paziente ricoverata. «Una visita speciale per la sua padrona che con grande emozione è riuscita ad accarezzarlo», spiegano dalla struttura, «e per i nostri professionisti impegnati quotidianamente a porre la massima attenzione ai bisogni dei pazienti».  

(Foto d’apertura: Facebook/AslTo3)

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