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I «piccoli miracoli» della pet therapy al Regina Margherita di Torino

Per la prima volta al reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino ha preso il via il progetto «Amici a 4 zampe». I medici: «Grazie ai cani i piccoli pazienti si sono sbloccati».

di Alessio Pagani

Ci sono medici speciali in corsia all’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Non indossano il camice ma una pettorina e al posto dello stetoscopio hanno una coda pronta a vibrare alla prima carezza. Sono i cani del progetto “Amici a 4 zampe”, finanziato da Fondazione Forma, e attivo da alcuni giorni anche nel reparto di Neuropsichiatria. Dove, fin dalla prima seduta, sono successe cose bellissime. «Piccoli miracoli», li definiscono anche dall’ospedale torinese per raccontare i benefici che i quattro zampe hanno sui piccoli pazienti.

Come la reazione di una bambina di 11 anni che soffre di mutismo selettivo e, raccontano dal Regina Margherita, «avrebbe tante cose da dire, ma l’ansia blocca le sue parole». Con l’aiuto di un cane, però, riesce a esprimere l’emozione attraverso una risata spontanea che rompe il silenzio. L’amico a quattro zampe la raggiunge e la coccola e lei è felice. «La vediamo sbloccarsi», spiegano i medici, «e con un filo di voce rivela che quella spontaneità vorrebbe farla sua, mentre comunica serena con il cane attraverso i gesti». Un’altra giovane paziente di 15 anni è impegnata nella sua battaglia contro i disturbi del comportamento alimentare. L’incontro con i quattrozampe la spinge a lasciarsi andare, a diventare giocosa. Ad apprezzare la gioia e la tranquillità, abbandonando la frenesia che la spinge a muoversi in continuazione, e riuscendo finalmente a rilassarsi. Il tutto con un cane tra le braccia.   

«Attraverso la relazione con il cane, alcuni pazienti è come se si fossero “rianimati”», spiegano dal reparto guidato dal professor Benedetto Vitiello. «Questa attività è un valore aggiunto, in particolare nel percorso di cura multidisciplinare dei ragazzi con disturbi d’ansia, dell’umore, ritiro sociale e con disturbi del comportamento alimentare».  

Un’altra novità a breve sarà la realizzazione di un orario di “visita dei parenti a 4 zampe” per i giovanissimi ricoverati nel reparto, proprio per consentire loro di trascorre del tempo con il proprio cane in presenza dei genitori e di un operatore. Accudire un animale, infatti, «aiuta a prendersi cura di sé, del proprio corpo, recuperando una relazione più sana con se stessi, calma la rabbia e produce un effetto positivo di benessere e relax».   

Già attivo prima della pandemia Covid, il progetto di Forma “Amici a 4 zampe” è finalmente ripreso anche durante le terapie di dialisi (dirette dal dottor Bruno Gianoglio) e nei reparti di degenza. Sally, Spuma e Zedi – così si chiamano questi “bestiali” assistenti da corsia – sono dunque di nuovo attivi e pronti a portare le loro cure a tutti i bambini e ragazzi che ne hanno bisogno. Ma non solo. Perché i migliori amici dell’uomo sono disponibili a dare una… zampa anche al personale medico e infermieristico. «Professionisti», concludono dal Regina Margherita, «spesso coinvolti in situazioni assistenziali molto complesse e che ora potranno beneficiare del sostegno di questi cani speciali».   

(Foto d’apertura: IPA)

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