Animali nuovi soggetti giuridici: approvata la legge Brambilla
Il Senato approva la nuova legge promossa dall’on. Michela Vittoria Brambilla che istituisce pene più severe per maltrattamenti, abbandono, uccisione e sfruttamento degli animali. Una svolta storica per il nostro Paese.
di Marco Pastore
«Una grandissima vittoria per l’Italia e per tutti coloro che amano gli animali e li vogliono vedere rispettati»: così l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, commenta la riforma sui reati contro gli animali che porta il suo nome, una legge attesa da più di vent’anni, finalmente approvata in via definitiva dal Senato.
L’obiettivo della legge è fornire ai magistrati strumenti più efficaci e adeguati per punire i responsabili di fatti particolarmente gravi come quelli accaduti al cane Angelo, torturato a morte nel Cosentino, al cane Aron bruciato a Palermo, al gatto Leone scuoiato vivo nel Salernitano, al gatto Grey ucciso per gioco ad Alberobello, a cui l’on. Brambilla dedica la riforma, che segna una svolta storica nella tutela degli animali.
Il provvedimento, articolato in 15 punti, si fonda sulla modifica dell’articolo 9 della Costituzione, e introduce per la prima volta il concetto di animali come soggetti giuridici. Non più semplici “oggetti” della sensibilità umana, ma titolari di diritti propri, riconosciuti e protetti dallo Stato. Nel Codice penale si parlerà di “delitti contro gli animali”, e non più solo di reati, per sottolineare la gravità delle violazioni.
Sono istituite pene più severe per maltrattamenti, abbandono, uccisione e sfruttamento. Chi maltratta un animale potrà essere condannato fino a 2 anni di carcere, mentre l’uccisione con crudeltà potrà comportare fino a 4 anni e 60.000 euro di multa.
Tra le novità c’è anche il divieto nazionale di tenere i cani legati con catene: chi viola la norma rischia una multa fino a 5.000 euro. Un grande passo avanti per il nostro Paese che così si pone allo stesso livello di Svezia, Austria, Norvegia, Svizzera e Regno Unito che lo prevedono in forma totale o con deroghe precise. Viene inoltre vietato l’uso commerciale di pellicce di gatto domestico.
La legge colpisce duramente anche i combattimenti tra animali: fino a 4 anni per chi li organizza, e fino a 2 anni per chi partecipa. Le sanzioni sono pesanti anche per chi sfrutta animali in spettacoli crudeli: fino a 30.000 euro di multa. È inoltre vietato abbattere animali coinvolti in reati: devono essere custoditi fino alla fine del processo. Le associazioni animaliste riconosciute potranno ottenere l’affido definitivo degli animali sequestrati, a fronte di una cauzione proporzionata.
Attenzione anche al traffico illegale dei cuccioli: chi commercia senza autorizzazione rischia da 4 a 18 mesi di carcere e fino a 30.000 euro di multa per tutelare la salute e la provenienza certificata degli animali domestici. A chi abitualmente organizza combattimenti tra animali ed esercita il traffico di cuccioli potranno essere applicate le misure di prevenzione previste nel codice antimafia, come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
Un’intera sezione della legge è dedicata alla tutela della fauna selvatica e delle specie protette. Chi uccide, cattura o detiene illegalmente animali protetti può incorrere in un anno di arresto e multe fino a 8.000 euro, a difesa della biodiversità e contro i crimini ambientali.
Tutte le pene potranno essere ulteriormente aumentate di un terzo, in presenza di una tra queste tre aggravanti: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali o se sono diffusi attraverso social e internet. Inoltre, sarà creata una sezione specifica nella banca dati delle forze dell’ordine per monitorare i reati contro gli animali e rafforzare i controlli.
Una legge attesa che segna un cambio di paradigma: gli animali sono ora, anche formalmente, parte del nostro orizzonte etico e giuridico. «È importante sottolineare – ricorda l’on. Brambilla – che tutto quanto previsto nella legge Brambilla riguarda tutti gli animali, non solo quelli d’affezione, ma anche tutti gli altri, senza distinzione di specie». La prossima tappa è la tutela dei selvatici: «Quella contro la caccia è e resta la mia battaglia», assicura l’on. Brambilla.
Foto: ANSA.it
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