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Le orche, gli animali più inquinati dei mari. Tutta colpa della loro dieta

Uno studio condotto da ricercatori canadesi ha scoperto una connessione tra gli alti inquinanti presenti nei cetacei e gli alimenti di cui i cetacei si nutrono.

di Lorenzo Sangermano

Un recente studio condotto da Anais Remili alla McGill University di Montreal ha rivelato nuovi dati riguardo le orche e il loro stato di contaminazione da inquinanti organici persistenti (POP). Questa specie, tradizionalmente considerata la regina dei mari per la sua posizione apicale nella catena alimentare marina, si rivela ora tra gli animali più contaminati del pianeta.

Le conclusioni di questa ricera, pubblicata sulla rivista “Environmental Science & Technology”, rivelano che le orche dell’Atlantico nord-occidentale, comprese quelle dell’Artide, risultano essere più contaminate rispetto alle loro simili dell’Atlantico nord-orientale. Ciò ha sorpreso la stessa responsabile dello studio, che ha espresso un’iniziale stupore per la differenza dei livelli tra le due popolazioni.

I POP, sostanze chimiche tossiche che si degradano lentamente e si accumulano negli organismi, rappresentano una minaccia per la salute delle orche. Provenienti da processi industriali e agricoli, hanno la tendenza a legarsi al grasso corporeo di questi esemplari, interferendo con le funzioni endocrine, immunitari e cerebrali, oltre a influire sulla loro capacità riproduttiva.

Ciò che è emerso con chiarezza dagli esiti della ricerca è il ruolo centrale svolto dalla dieta delle orche nell’accumulo di queste sostanze tossiche. Quelle che si nutrono di predatori apicali, come mammiferi marini, risultano essere le più contaminate. Questo perché, data la posizione privilegiata nella catena alimentare e l’alto contenuto di grasso corporeo delle prede, le orche accumulano una concentrazione maggiore di POP.

Le analisi condotte su campioni di grasso prelevati da 162 orche in varie aree dell’Atlantico nordico, tra cui la zona artica, Islanda, Norvegia, Isole Faroe e il Canada settentrionale, hanno evidenziato livelli di contaminazione superiori al previsto, con alcune orche che superavano la soglia oltre la quale la sterilità diventa inevitabile.

Peter Ross, direttore scientifico e responsabile del programma per le acque salubri presso la Raincoast Conservation Foundation, sottolinea che gli inquinanti organici persistenti rimangono un problema anche decenni dopo che molte di queste sostanze sono state vietate. Questi composti tossici continuano a influenzare la salute delle orche, soprattutto di quelle più anziane e dei cuccioli che si nutrono del latte materno.

(Foto d’apertura: IPA)

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