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La tigna nel gatto: cause, sintomi e rimedi

Una comune infezione cutanea nei felini preoccupa i proprietari di animali domestici. Causata da funghi dermatofiti, questa patologia contagiosa colpisce gatti e umani. Nell’articolo del nostro veterinario Francesca Garrone scoprirete sintomi, trasmissione e diagnosi della tigna. Come riconoscere i segni caratteristici? Quali test sono disponibili? Imparate a proteggere i vostri amici a quattro zampe e voi stessi da questa insidiosa malattia fungina

di Francesca Garrone
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La tigna è il nome con cui è comunemente conosciuta un’infezione della pelle e del pelo di animali e uomini. Questa micosi, o dermatofitosi, è causata da alcuni funghi, detti appunto dermatofiti, ed è di interesse comune vista la sua elevata contagiosità. Colpisce in particolare i nostri amici gatti ed è segnalata maggiormente nei climi caldo umidi, soprattutto in randagi o in gatti domestici che possono uscire all’esterno. Il contagio tra animali o con l’uomo avviene per contaminazione ambientale, per contatto diretto con un soggetto malato o tramite materiale che è stato contaminato come cucce, coperte, spazzole, trasportini etc. Le spore liberate nell’ambiente sono le responsabili della trasmissione e possono resistere per molto, molto tempo. Il sintomo caratteristico della tigna è la perdita di pelo localizzata. Quella che di solito si vede è una area rotonda, alopecica, spesso associata a croste e forfora, più o meno pruriginosa. Sfortunatamente però il gatto può essere un portatore sano e quindi non manifestando alcun sintomo sarà ancora più pericoloso per chi gli sta intorno. In questi casi se le lesioni caratteristiche dovessero comparire in altri animali conviventi o sul suo proprietario, il gatto in questione andrà accuratamente controllato dal veterinario. I test che vengono comunemente usati per effettuare la diagnosi di micosi sono tre, ma quello sicuramente attendibile è la coltura fungina.Test facile da effettuare in quanto prevede solo il prelievo di qualche campione di pelo, ma che ha purtroppo l’inconveniente di necessitare di tempo per ottenere i risultati. Durante questo periodo di attesa il consiglio per “limitare i danni” è di isolare l’animale sospetto. Se il gatto poi dovesse risultare positivo dovrà fare una terapia sistemica di lunga durata, ma per fortuna, in commercio c’è un prodotto efficace e di facile somministrazione. Come già detto l’uomo può venire contagiato dalla dermatofitosi felina per questo motivo è molto importante effettuare una diagnosi il più precocemente possibile. Foto: IPA

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Foto Francesca Garrone

Il Veterinario

Francesca Garrone

Nata a Vigevano, si è laureata all’Università Statale di Milano in Medicina Veterinaria si trasferisce a Roma e inizia subito a svolgere attività libero professionale in diversi ambulatori. Approfondisce poi le sue conoscenze nel campo della dermatologia collaborando con rinomati specialisti del settore. Si appassiona alla materia e frequenta svariati corsi di aggiornamento, con particolare riferimento all’allergologia.
Dal 2005 è socia dell’ambulatorio “Veterinaria Trieste” di Roma, dove tuttora esercita la professione.
E’ autrice del libro “Prendiamo un cucciolo” (Cairo editore) scritto a quattro mani con la collega veterinaria e amica Chiara Giordano.
A parte il lavoro, il suo hobby del cuore è il giardinaggio.

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