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«Insegniamo in classe il rispetto degli animali». E per i criminali, pene più severe 

Se ne è parlato nel corso del convegno organizzato da OIPA e Ministero dell’Istruzione. «La strada maestra è l’educazione, così preverremo non solo i reati contro la natura ma anche le altre forme di violenza».

di Redazione

Più si rispetteranno gli individui più deboli e indifesi, più saremo in grado di raggiungere traguardi morali e civili più elevati. E se impariamo a tutelare gli animali, di riflesso saremo in grado di proteggere ogni diversità e opporci a ogni forma di violenza.

Serve una sterzata a questa società. Soprattutto nel campo del rispetto e della tutela degli animali. Ancora oggi, purtroppo, al centro di vicende di cronaca che li vedono come vittime indifese. Una sterzata che non può non passare dai più piccoli, future generazioni adulte, ai quali occorre insegnare l’amore e i diritti di tutti gli animali, «uomo compreso, perché anche noi facciamo parte di questa categoria».

È questo il contesto in cui si è sviluppato il convegno, organizzato dall’OIPA (Organizzazione Internazionale per la Protezione Animali), in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Occasione proficua anche per affrontare la riforma dell’articolo 9 della Costituzione e, di conseguenza, le proposte di modifica alle leggi in materia di attività didattiche per l’educazione alla tutela degli ecosistemi e della biodiversità e al rispetto degli animali che sono state depositate alla Camera, già nel 2022, e chiedono tra le altre cose «l’integrazione dei programmi didattici nelle scuole di ogni ordine e grado con l’inserimento di argomenti riguardanti il rispetto per gli animali». 

Proprio in questa direzione è in via di definizione un protocollo tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e la stessa OIPA, come confermato dallo stesso sottosegretario a questo dicastero, Paola Frassinetti. «Vogliamo inserire nel percorso di studi, all’interno dell’educazione civica, un programma dedicato al rispetto degli animali», ha chiarito. «E quello che mi conforta è che le risposte arrivate finora, soprattutto dai bambini, sono state tutte entusiaste. Non vanno però dimenticati i problemi: troppe volte anche i ragazzi che frequentano le scuole si sono resi protagonisti di episodi drammatici, di vera violenza nei confronti degli animali. Per questo dobbiamo mettere in atto una svolta educativa, che parta dall’insegnamento del rispetto. Oltre che dall’inasprimento delle pene per i maltrattamenti. E in tal senso c’è una proposta di legge di cui si sta discutendo in commissione giustizia alla Camera. È la risposta ai tanti cani, gatti e altri animali uccisi».

Anche perché chi è violento contro questi esseri indifesi spesso lo è o lo sarà anche nei confronti delle persone. Lo ha chiarito Francesca Sorcinelli, educatrice professionale e presidente di Link Italia, associazione che analizza e affronta proprio il legame esistente tra il maltrattamento e l’uccisione degli animali e ogni altra condotta deviata e criminale. «Un legame ormai evidente e messo nero su bianco dalla letteratura scientifica», ha spiegato. «E se negli Usa questo è ormai un dato di fatto dimostrato dal fenomeno dei serial killer, in Italia questa connessione è rappresentata dalla zoocriminalità minorile: ovvero l’addestramento da parte delle organizzazioni criminali dei più giovani attraverso la pratica della violenza sugli animali. Una sorta di pedagogia nera che serve a creare la futura manodopera criminale».

Una catena da spezzare assolutamente. Proprio attraverso la scuola, le lezioni, la sensibilizzazione. «Auspichiamo che l’educazione a una cultura del rispetto verso le altre specie possa portare a una maggiore sensibilità anche verso i propri simili e contribuire così a ridurre anche il fenomeno del bullismo e il cyberbullismo», spiega Arianna Fioravanti, responsabile dei Rapporti istituzionali dell’Oipa e moderatrice del convegno.

«La risposta deve essere duplice», sottolinea Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza e dell’intergruppo per i diritti degli animali e la difesa dell’ambiente. «Da un lato, il forte inasprimento delle pene. Dall’altro, l’azione nei confronti dei più giovani: lavorando sulla loro sensibilità, sull’insegnamento, sulla conoscenza della biodiversità e sul rispetto che meritano tutti gli animali. I criminali vanno puniti, i ragazzi educati».

In conclusione, ecco perché l’insegnamento del rispetto degli animali nelle scuole è un obiettivo fondamentale per promuovere una cultura di tutela e sensibilità verso tutte le specie. Solo «attraverso l’educazione possiamo sperare di costruire una società più giusta e compassionevole, in cui la violenza contro gli animali e gli esseri umani sia fermata».

(Foto d’apertura: OIPA)

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