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Il gattino Persik riscalda un giornalista ucraino caduto in un burrone e lo salva

Iniziamo il nuovo anno con una storia vera e di questi ultimi giorni, che testimonia letteralmente il potere salvifico dei nostri amati animali. Vladislav Duda, un reporter di 28 anni, stava cercando di fuggire dall’Ucraina a causa della guerra. Con sé aveva portato solamente il suo piccolo micio, Persik. Ma durante la fuga Vladislav cade in un burrone profondissimo: rimasto intrappolato al gelo, in mezzo al ghiaccio, è riuscito a sopravvivere solamente grazie al calore del suo gatto

di Manuela Chimera
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Lui si chiama Vladislav Duda, è un reporter ucraino di 28 anni. Il felino, invece, è Persik, un piccolo gattino tigrato rosso il cui nome vuol dire Pesca. Il giornalista, in fuga dalla guerra in Ucraina, è riuscito a salvarsi dopo una rovinosa caduta in un burrone solo grazie alla presenza del suo gatto. L’uomo è rimasto al freddo e al gelo (la temperatura era di -10°C), in fondo a quel dirupo vicino ai confini con la Romania, senza poter mangiare nè muoversi. Ma grazie al calore reciproco, i due amici inseparabili sono riusciti a sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi

Come prima cosa, l’antefatto. Vladislav Duda si era ritrovato al fronte contro la sua volontà. Come giornalista, aveva realizzato indagini scomode, soprattutto in merito a episodi di corruzione. Per questo motivo era stato inviato in prima linea, nonostante non volesse partecipare alla guerra. Rimasto per più di un anno in mezzo alle bombe e ai missili in trincea, ecco che, a un certo punto, viene ferito. E riesci così a ottenere di poter trascorrere la convalescenza a casa, a Kharkiv.

E arriviamo al presente. L’uomo decide che è ora di fuggire dalla guerra, seguendo le orme di molti altri connazionali esausti e contrari al conflitto. Non tutti, però, ce la fanno. Bisogna fuggire a piedi e il cammino è lungo e oltremodo rischioso. Molti muoiono di freddo, altri di fame, altri ancora precipitano nei burroni o cadono dalle montagne dei Carpazi.

Lo stesso Servizio di salvataggio minerario del Maramures, la regione della Romania verso la quale stava cercando di fuggire Vladislav, ha riferito di avere salvato nel corso del 2022  ben160 ucraini in fuga. Purtroppo 16 non ce l’avevano fatta, e i soccorritori non sanno quanti altri fuggitivi siano scomparsi.

Anche il Servizio di frontiera statale ucraino ha confermato la presenza di almeno una cinquantina di morti a causa dei tentativi di fuga. Gli ultimi fuggitivi sono stati salvati in extremis mentre cercavano di attraversare le acque ghiacciate del fiume Tibisco. Ingannati dalla profondità dell’acqua, erano finiti in balia delle correnti e sono stati trovati esausti aggrappati al tronco di un albero.

Ma torniamo alla storia di Vladislav Duda e di Persik. Per il giornalista è chiaro che l’unico modo per non dover tornare subito al fronte una volta finita la licenza per la convalescenza, è quello di scappare in Romania. Così il reporter inizia a studiare le rotte da seguire e scarica le mappe della zona di confine.

Ovviamente, durante la fuga, avrebbe portato con sé Persik. Il felino apparteneva alla ragazza della quale era stato innamorato, era per lui un ricordo tangibile e importante del loro amore. Quando era scoppiata la guerra, la fidanzata lo aveva lasciato per scappare al sicuro in Polonia, ma il micio era rimasto con il giornalista. Per l’uomo Persik era tutto.

Inizia così il primo tentativo di fuga. Fallito, però, a causa delle numerose guardie alla frontiera. Vladislav non demorde e ci riprova un mese dopo. Insieme ad altri due compagni, disertori come lui, inizia a scalare le montagne. La base di partenza è Bucha e, in teoria, nei piani studiati a tavolino, i tre, anzi, i quattro  – considerata anche la presenza di Persik – avrebbero dovuto impiegare quattro giorni. Ma qualcosa va storto e il viaggio si allunga: ci vorranno undici giorni prima del salvataggio.

Il gruppo, una volta arrivato vicino al confine, trascorre la notte in un rifugio. La mattina successiva riprende il viaggio, ma il giovane giornalista a un tratto scivola, mette un piede in fallo e cade in un burrone profondo 400 metri. Questa zona dei Carpazi, a 1.800 metri di altitudine, è molto impervia.

La neve, fortunatamente, riesce ad attutire la caduta, Vladislav è vivo. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: quella stessa neve che l’ha salvato, diventa subito una trappola terribile, che blocca il reporter e il micio in fondo a quel burrone. Non c’è niente da fare, il crepaccio è profondissimo,

Gli altri due membri del gruppo, fortunatamente, riescono però a portare a termine la loro fuga e chiedono aiuto per l’amico. I soccorritori partono ma, a causa delle difficili condizioni in cui si trova il giornalista, ci vogliono 23 ore prima di riuscire ad effettuare il recupero con l’aiuto di un elicottero. Dan Benga, il responsabile della squadra di soccorritori, ha spiegato che c’era così tanta neve in quel dirupo che i piedi sprofondavano ad ogni passo. Queste le sue parole: “È stata una missione molto difficile e sicuramente quel gatto gli ha salvato la vita”.

Lo stesso Vladislav ricorda la caduta. Era tutto ghiacciato, motivo per cui è scivolato e precipitato. Non riusciva a risalire in nessun modo: così ha aperto il giaccone e ha tenuto il gatto stretto a sé, in modo che entrambi potessero riscaldarsi. E ammette che se mai avesse lasciato a casa il micio, ora sarebbero morti tutti e due.

Considerando che la traversata inizialmente doveva durare molto di meno, ecco che durante gli ultimi giorni di permanenza nel burrone sia il reporter che il micetto sono rimasti senza mangiare.

Una volta soccorsi, Vladislav e Persik sono stati curati per l’ipotermia, uno in ospedale, l’altro in un centro veterinario dove è stato sverminato, sono state trattate le conseguenze della malnutrizione e gli è stato applicato il microchip. In questo modo, ora, avendo microchip e passaporto, il gatto potrà seguire il giornalista ovunque vada.

per Interno
Uno dei soccorritori mostra la micetta che ha salvato il giornalista ucraino, rimasto vivo grazie
al suo calore. L’uomo è stato appena estratto dal sacco termico e portato in ospedale.

I soccorritori sono rimasti impressionati dalla storia di Vladislav Duda e di Persik, tanto da organizzare anche una colletta per aiutarli a ricrearsi una nuova vita. Dan Benga ha sottolineato come l’unica cosa importante per il giornalista fosse il suo micio, non se stesso. Quando ha trovato l’ucraino, gli ha aperto la giacca e qui, a sorpresa, è spuntato fuori Persik. Dan Benga ha così chiesto al reporter se stesse bene e lui, per tutta risposta, ha affermato di essere felice perché il suo gatto era vivo. “Ho ricevuto la possibilità di una nuova vita. Questo momento per me è il più felice perché il gatto è qui con me”.

Vladislav, una volta messo in salvo, ha poi spiegato che tutto ciò che ricorda di questa brutta avventura è la paura dell’ignoto e di non riuscire a sopravvivere alle notti in fondo al crepaccio. È stato solamente grazie a Persik se è riuscito a rimanere in vita e a non essere rimandato a combattere in una guerra che non è la sua.

Questa straordinaria vicenda testimonia il potere che hanno i nostri animali non solo per il nostro benessere fisico, ma anche per quello psicologico: Persik, con il suo corpicino e la sua vicinanza, ha letteralmente scaldato il cuore di Vladislav, in tutti i sensi.


Foto: Instagram – @salvamontmaramures

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