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Ecco il segreto del raro manto arancione dei gatti: lo svelano due ricerche

Lo sapete da dove deriva quell’adorabile manto arancione dei gatti? Ci riferiamo ai mici con il mantello rosso, tigrati o meno che siano. Da ben 60 anni gli scienziati cercavano una risposta a tale domanda. Due ricerche indipendenti hanno svelato ora il “mistero”: dipende tutto dal DNA e dalla mutazione di un particolare gene. O quasi.

di Manuela Chimera
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Finalmente: dopo ben 60 anni alcuno scienziati sono riusciti a scoprire il perché del mantello arancione dei gatti. I mici dal pelo rosso o arancione, tigrati o meno che siano, sono sempre estremamente affascinanti. Rispetto ad altri colori, come il classico tigrato grigio, i bicolori bianchi e neri o anche il nero puro, sono decisamente più rari. Quello che la scienza ha svelato è il motivo di questa singolare colorazione: tutto è dovuto a una mutazione del DNA, più in particolare di uno specifico gene (se siete curiosi, sappiate che hanno attribuito a quest’ultimo il nome di Arghap36).
Perché effettuare studi del genere? In questo caso si è trattato di dare una risposta ad alcuni “misteri” e bizzarrie della genetica dei felini. Ad esempio, forse non tutti sanno che la maggior parte dei gatti arancioni sono maschi (le femmine arancioni sono pochissime), mentre la quasi totalità dei gatti tricolori o calico e di quelli tartaruga (neri e rossi, senza bianco, incluse le diluizioni di colore, dunque grigi e crema) sono femmine. Questo perché i rari esemplari maschi di gatti tricolori o tartaruga hanno una particolare trisomia cromosomica (XXY) che teoricamente li rende sterili.

Si suppone quindi che la genetica relativa al colore del pelo si trovi sul cromosoma X, poiché, quando nascono esemplari maschi da questi gatti multicolore, tendono ad essere monocolore. 
Ma torniamo ai nuovi studi in questione.
Ben due ricerche hanno confermato la genetica relativa al cromosoma X: una condotta dalla Stanford University, in California, e una dalla Kyushu University, in Giappone. E’ bene precisare che entrambe devono essere ancora sottoposte a revisione prima di poter essere pubblicate. Comunque sia, se volete addentrarvi nei dettagli tecnici, le trovate sul sito bioRxiv.

Partiamo con il primo studio, quello americano. Condotto da Greg Barsh, genetista: ciò che ha scoperto è che nella cute dei gatti arancioni esiste un gene che è espresso 13 volte più della norma. La particolarità è che tale colorazione non è collegata direttamente alla mutazione di questo gene, quanto a quella di una proteina capace di influenzare il colore del mantello.
La scoperta indica una strada diversa da quella della genetica umana che conduce ai capelli rossi. In questo caso, infatti, tutto dipende dalla mutazione della proteina Mc1R. Quando questa mutazione riduce l’attività di tale proteina, ecco che i melanociti per cui codificano tendono a rimanere più chiari. Nella maggior parte dei gatti arancioni, tale proteina non presenta invece alcuna variazione. 

E’ così emerso che il meccanismo di azione doveva essere diverso fra umani e gatti. Greg Barsh e il suo team hanno raccolto campioni di cute da gatti arancioni e da mici di altri colori. Esaminando il DNA, hanno scoperto che i gatti arancioni producevano 13 volte di più il gene Arghap36, il quale effettivamente si trova sul cromosoma X. Tuttavia il gene non era collegato a una mutazione particolare che si manifestava nei gatti arancioni, quanto alla mancanza di un pezzettino di DNA vicino ad esso, capace di regolare la quantità di proteine prodotte dalla cellula. E tutti i gatti arancioni, tartaruga o tricolori avevano tale mutazione.


Il secondo studio, realizzato dai ricercatori della Kyushu University in maniera indipendente, è giunto alla stessa conclusione esaminando il genoma di 258 gatti. Hiroyuki Sasaki, il principale autore della ricerca, ha rilevato che nei gatti arancioni erano presenti livelli molto più elevati del gene Arhhap36. 
Gli scienziati giapponesi hanno poi messo a confronto il comportamento dei geni Arghap36 negli esseri umani, nei topi e nei felini. In pratica il gene è inattivato sul cromosoma X e il suo aumento nei melanociti ha come esito il fatto che le cellule riescano a produrre un pigmento rosso chiaro. E questo in maniera indipendente rispetto all’attivazione o meno della proteina MC1r.
Quindi, in definitiva, la risposta alla domanda “perché il pelo di alcuni gatti è arancione?” è questa: tutto dipende da quanto uno specifico gene (Arghap36) è espresso. 


Foto: IPA

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