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E se il tuo gatto fosse ipertiroideo?

Per scoprirlo fate attenzione ad alcuni segnali da non sottovalutare: prima di tutto la perdita di peso del micio, che dimagrisce anche se dimostra più appetito del solito. E poi una maggiore richiesta di acqua, che corrisponde a una aumentata produzione di urine. Ma non solo: anche il pelo che appare sciupato può essere un campanello d’allarme… Una visita vi fornirà la diagnosi e le eventuali cure necessarie, come spiega il nostro veterinario.

di Francesca Garrone

«Mangia tanto eppure continua a dimagrire»: questa è una frase che spesso i proprietari dei miei pazienti felini mi dicono quando mi portano in ambulatorio per una visita il loro gatto anziano.

È da qui che voglio partire per parlarvi di una patologia endocrina diventata molto comune in questa specie: l’ipertiroidismo.

Questa malattia colpisce soprattutto gatti adulti/anziani, pensate che circa il 10% dei gatti che hanno superato i 10 anni ne è affetto.

Non ci sono predisposizioni di razza o di sesso per il suo sviluppo, ma le statistiche dicono che il siamese e l’himalayano presentano un’incidenza nettamente minore della patologia.

L’ipertiroidismo è insidioso e progressivo e può capitare che i proprietari dei gatti che ne sono affetti non si accorgano subito che c’è qualcosa che non va.

Spesso infatti i segni clinici sono sottovalutati e questo capita perché vengono imputati semplicemente all’età avanzata del vostro amico, e così la diagnosi arriva tardivamente.

Come vi ho già detto all’inizio dell’articolo il sintomo principale è l’evidente perdita di peso (nel 90% circa dei soggetti), accompagnata spesso da un aumento dell’appetito.

Entrambi questi sintomi sono legati a un accelerato metabolismo dato dalla malattia.

Comunemente si osservano anche vomito, con occasionale diarrea, aumento della sete con relativa aumentata produzione di urine.

Molti gatti infine vengono definiti dai proprietari più nervosi e inspiegabilmente aggressivi.

Alla visita clinica effettuata dal veterinario, i gatti ipertiroidei si presentano quindi magri, spesso disidratati, con pelo “trasandato” e con frequenza cardiaca decisamente elevata.

Infine, nel 90% dei casi è possibile apprezzare un nodulo tiroideo palpabile che solo raramente è maligno.

Per confermare che il vostro gatto sia ipertiroideo dovrete semplicemente fargli fare dagli esami del sangue specifici e una volta avuta la diagnosi il vostro veterinario deciderà quale sia l’approccio terapeutico più adatto.

L’obiettivo sarà quello di ridurre i segni clinici e ottenere valori di ormoni tiroidei normali o molto vicini alla normalità.

L’ipertiroidismo non trattato è una patologia progressiva che, se non curata, può avere anche gravi conseguenze, mentre una gestione adeguata con monitoraggi ripetuti farà vivere felicemente e a lungo il vostro amato gatto.

(Foto d’apertura: IPA)

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Foto Francesca Garrone

veterinario

Francesca Garrone

Nata a Vigevano, si è laureata all’Università Statale di Milano in Medicina Veterinaria si trasferisce a Roma e inizia subito a svolgere attività libero professionale in diversi ambulatori. Approfondisce poi le sue conoscenze nel campo della dermatologia collaborando con rinomati specialisti del settore. Si appassiona alla materia e frequenta svariati corsi di aggiornamento, con particolare riferimento all’allergologia.
Dal 2005 è socia dell’ambulatorio “Veterinaria Trieste” di Roma, dove tuttora esercita la professione.
E’ autrice del libro “Prendiamo un cucciolo” (Cairo editore) scritto a quattro mani con la collega veterinaria e amica Chiara Giordano.
A parte il lavoro, il suo hobby del cuore è il giardinaggio.