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Due pappagalli in tribunale: sono i “testimoni” di un tradimento!

Questa è una storia di amanti (presunti) e di volatili forse troppo loquaci. Secondo un marito che chiede il divorzio, sarebbero stati loro, con una frase ripetuta più volte, a fargli capire che la moglie aveva un altro uomo. E ora l’avvocato vuole farli “cantare” davanti al giudice!

di Redazione
apertura e instagram

La storiella viene dalla Turchia e i protagonisti sono una donna, il marito e i loro due… pappagalli!
Finora, l’unica foto che in qualche modo testimonia la vicenda piuttosto incredibile è quella che vedete qui sotto, postata dall’avvocato matrimonialista al quale si è rivolto un marito che ha chiesto il divorzio. Si tratta degli uccelli in questione fotografati davanti al tribunale di Istanbul.

Ma ricostruiamo i fatti. Il marito di questa storia giudiziaria si è rivolto al legale dopo che ha scoperto che la moglie aveva un amante. Lo tradiva, stando a quanto da lui dichiarato, e da parecchio tempo. Oltremodo curioso è il modo in cui avrebbe scoperto di essere cornuto: e qui si arriva a sorridere del caso, è inevitabile. 
La coppia aveva in casa da tempo due pappagalli, ai quali era affezionata. E questi volatili, si sa, hanno la capacità di ripetere alcune parole che sentono. In questo caso, tale sapienza avrebbe avuto esiti disastrosi. Il marito, infatti, sostiene che una sera gli uccelli abbiano pronunciato chiaramente la frase: “Mio marito non c’è, vieni”. 

Apriti cielo. A sentir lui, è chiaro che i volatili abbiano potuto imparare queste parole solo dalla moglie, che in sua assenza avrebbe telefonato all’amante per invitarlo a casa. E lo avrebbe per forza fatto ripetutamente, perché chi conosce i pappagalli sa che imparano a “parlare” dopo parecchie volte che sentono la stessa frase. Ecco dunque, secondo l’uomo, la prova che la moglie è una fedifraga recidiva.

Quale sia la versione della signora accusata di tradimento, non è al momento dato sapere. Si sa però che in Turchia la questione divorzio “per colpa” delle donne è stato, e resta, un tema spinoso: il presidente Erdogan chiese anni fa di reintrodurre il reato di adulterio (poi non lo fece) e nell’ordinamento legislativo del Paese resta la discriminazione che le donne divorziate non possano risposarsi prima di 300 giorni dall’addio, limite che per gli uomini non vale.
In ogni caso, l’avvocato divorzista ha portato in tribunale i pappagalli nella speranza che ripetano la frase incriminata, “Mio marito non c’è, vieni”, e che al giudice sia sufficiente per dare ragione al suo cliente.

per interno
Il post pubblicato su X dall’avvocato del marito che vuole il divorzio: i due volatili sono davanti al tribunale di Instabul.


Ma come mai i pappagalli sono in grado di “parlare”? Per la scienza rimane un mistero piuttosto irrisolto. Diverse sono le teorie. Una spiegherebbe tale capacità con il desiderio di appartenenza al gruppo, sia esso uno stormo di uccelli, sia -come in questo caso – una famiglia di umani.
Questi pennuti sono infatti molto abili nel riproporre versi e suoni che sentono da chi fa parte del loro gruppo: che si tratti di singole parole o di intere frasi, per questi uccelli richiede lo stesso sforzo. Dunque potrebbe essere il desiderio di accettazione a spiegare questa loro particolarità.
Un’altra teoria vede protagoniste le femmine di pappagallo. Per l’accoppiamento prediligono infatti gli esemplari più abili nell’imitazione dei suoni, dunque i maschi si allenerebbero in tal senso per conquistare la partner.
Infine, potrebbe essere che i pappagalli utilizzino la “distorsione” del proprio garrire (il loro verso stridulo si chiama garrito) per confondere i predatori: con un “linguaggio” così diverso da quello degli altri uccelli riuscirebbero in pratica a non farsi trovare.

Resta da vedere come finirà la vicenda sentimentale. E soprattutto da capire se il giudice ammetterà due loquaci pappagalli come testimoni! Sarebbe la prima volta che accade.

Foto d’apertura: IPA

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