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Corea del Sud, verso lo stop al consumo di carne di cane. Ma solo dal 2027 

Merito soprattutto del presidente Yoon Suk Yeol e della first lady Kim Keon Hee che hanno sei cani e cinque gatti e stanno spingendo per un divieto definitivo all’usanza difficile da sradicare.

di Alessio Pagani

La decisione era nell’aria da tempo. Ora c’è anche un cronoprogramma. La Corea del Sud si avvia, così, a rinunciare al consumo alimentare di carne di cane. Questo, almeno, è quanto hanno deciso le autorità governative del Paese asiatico. Una procedura che prenderà il via con un divieto graduale da trasformare in definitivo per il 2027.   

Merito anche del presidente Yoon Suk Yeol e della first lady Kim Keon Hee che hanno sei cani e cinque gatti e hanno già dimostrato di essere favorevoli allo stop. Anche perché, ormai, le nuove generazioni sono decisamente meno legate a questa pratica. Permangono però le resistenze commerciali e di coloro che ritengono consumare carne di cane sia una vera e propria tradizione. In Corea del Sud, del resto, sopravvivono ancora circa 1.100 allevamenti di cani in cui vivono più di mezzo milione di esemplari allevati per la loro carne. 

«Puntiamo all’emanazione di una legge per vietare la carne di cane entro quest’anno», ha chiarito il deputato di maggioranza Yu Eui-dong. La normativa dovrebbe poi prevedere un periodo di tre anni per arrivare alla «scomparsa definitiva» del settore. Ovvero entro il 2027. 

Per farlo saranno previsti incentivi a allevatori, macellatori e imprenditori. E un forte apprezzamento è stato espresso dalle organizzazioni animaliste, come Humane Society International, che da anni lottano per raggiungere questo traguardo. «Si tratta di un sogno che diventa realtà per tutti noi che ci siamo impegnati per porre fine a questa crudeltà», hanno fatto sapere.  

(Foto d’apertura: IPA)

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