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Come fanno i quokka a sopravvivere agli incendi

Uno studio condotto dall’Harry Butler Institute dell’Università di Murdoch ha rivelato che questi simpatici marsupiali sono in grado di evitare le aree bruciate e spostarsi in zone meno esposte al fuoco.

di Silvia Stellacci

I quokka sono simpatici marsupiali che vivono in una piccola area nel sud-ovest dell’Australia. Noti a tutti per la loro espressione sorridente, da ora potrebbero essere ricordati anche per le loro elevate capacità di adattamento. Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Harry Butler Institute dell’Università di Murdoch e pubblicato sull’”International Journal of Wildland Fire”, questi animali sono in grado di sviluppare un comportamento adattivo che li rende capaci di evitare le zone esposte a incendi e di spostarsi in aree meno a rischio.

Leticia Povh, ricercatrice dell’Harry Butler Institute, ha guidato lo studio e ha dichiarato che la comprensione di come gli animali utilizzano il loro spazio dopo i roghi è fondamentale per capire come gestire la sopravvivenza di specie minacciate come il quokka. «In un mondo in cui le temperature aumentano e le precipitazioni diminuiscono, nel sud-ovest dell’Australia Occidentale questo studio ha un significato importante per la conservazione, in quanto determina come gestire l’habitat per i nostri quokka continentali in futuro».

Tra il 2018 e il 2020, sono stati monitorati i movimenti di 20 diversi esemplari, sia prima che dopo gli incendi. Per ogni individuo è stato calcolato l’home range (lo spazio vitale) ed è stata condotta un’analisi degli spostamenti per individuare eventuali alterazioni nell’uso dello spazio. «I risultati principali hanno rivelato un notevole cambiamento nel comportamento di sei quokka che in precedenza risiedevano in aree in cui ci sono stati gli incendi», ha aggiunto Povh. «Questi individui si sono spostati nelle zone non toccate dal fuoco, evitando attivamente le aree bruciate per una media di tre mesi. Dopo questo periodo, non hanno trascorso più del 2% del loro tempo nelle aree bruciate». Al contrario, i quokka che già abitavano nelle zone prive di roghi non hanno mostrato alcun cambiamento nell’uso dello spazio.

Inoltre, l’aumento degli incendi e delle aree bruciate mette a rischio la sopravvivenza di questi animali anche perché i quokka, come molte altre specie, si affidano a una fitta vegetazione per rifugiarsi da predatori come il gatto selvatico e la volpe rossa. Se viene meno la vegetazione, viene meno anche la possibilità per i marsupiali di difendersi e diventano così più vulnerabili.

Per questo, garantire zone “anti-incendio” potrebbe essere cruciale per permettere ai quokka di sopravvivere grazie alle loro capacità di adattamento. «Questo studio sottolinea l’importanza delle aree non toccate dai roghi, che devono essere di dimensioni adeguate per garantire la conservazione delle specie che dipendono dalla vegetazione densa», ha concluso Povh. Fornendo rifugio e fonti di cibo, tali aree contribuiscono alla vitalità a lungo termine delle popolazioni di quokka e di altri animali con esigenze di habitat simili.

(Foto d’apertura: IPA)

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