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Capodogli di casa al Santuario Pelagos, avvistati anche neonati 

Nelle acque dell’area marina dove si incontrano solitamente maschi solitari o in piccoli gruppi, sono comparse femmine con i piccoli. E gli esperti si interrogano su questa novità.

di Alessio Pagani

Sei grandi gruppi di capodogli con al seguito femmine, piccoli e addirittura neonati sono stati avvistati nelle ultime settimane nelle acque del Santuario Pelagos, in particolare nel mar Ligure e di Corsica. La presenza nel Mediterraneo di questi grandi cetacei, classificati a rischio estinzione, non è insolita ma normalmente, nelle acque di quest’area protetta per i mammiferi marini comprendente mar Ligure, di Corsica e Tirreno, si incontrano solo maschi solitari o in piccoli branchi. Le femmine con i piccoli, che invece formano stabili e complessi gruppi familiari, vengono avvistate in genere più a sud. La loro comparsa in un’area più settentrionale confermerebbe una tendenza già preannunciata l’anno scorso, un dato che gli esperti stanno ora attentamente valutando.

Ben tre avvistamenti sono stati segnalati dai ricercatori dell’Istituto Tethys nell’ambito del progetto Cetacean Sanctuary Research (Csr). La maggior parte avvenuti pochi giorni orsono al largo di Sanremo e di Bordighera; un altro, all’altezza di Capo Mele. Tutto questo fa seguito alla notizia della nascita, i primi di ottobre, di piccoli capodogli nel mar di Corsica, lieto evento testimoniato dalla barca francese Eden, e dall’osservazione di un altro gruppo, probabilmente di giovani maschi, da parte di Whale Watching Imperia, in settembre.

«È vero che occasionali capodogli neonati sono segnalati “storicamente” anche in quest’area, ma abbiamo la netta sensazione che ora ci sia qualcosa di diverso», spiega Maddalena Jahoda, responsabile della divulgazione scientifica di Tethys. «Con i cambiamenti climatici il Mediterraneo si sta riscaldando di più e più rapidamente degli altri mari, e una relazione con questi fenomeni è un’ipotesi, anche se ancora da dimostrare».

Da un lato c’è così l’emozione di aver potuto incontrare fino a  24 capodogli assieme, con piccoli allattati dalle mamme, dall’altro i ricercatori si interrogano ora se sia una buona notizia o meno. «Siamo chiaramente di fronte a una fluttuazione nella distribuzione di questi animali che, nonostante confermi l’importanza del Santuario per questa specie, suscita al contempo una certa preoccupazione», precisa Sabina Airoldi, direttrice del progetto Csr. «Il Mediterraneo, e la parte nord occidentale in particolare, è uno dei mari con maggior traffico marittimo al mondo e i casi di grandi cetacei uccisi o feriti a causa di collisioni con imbarcazioni sono frequenti; questo vale a maggior ragione per i gruppi di capodogli con piccoli, che a differenza dei maschi adulti stanno molto più a lungo in superficie».

Certo è, ribadiscono gli esperti di Tethys, «che il Santuario Pelagos, istituito nel 1999 con uno storico accordo fra Italia, Francia e Principato di Monaco, è oggi ancora più importante se è vero che per i capodogli non è più solo il tradizionale quartiere di alimentazione, ma anche una zona di riproduzione». 

(Foto d’apertura: @tethys_research)

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