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Buone notizie per scimmia leonina del Brasile: è fuori pericolo 

Questi primati rischiavano l’estinzione ma grazie agli sforzi di conservazione il loro numero è tornato a salire. E grazie al vaccino, la temibile malattia che li stava minacciando, oltre alla deforestazione, fa meno paura.

di Alessio Pagani

È uno degli animali più singolari al mondo, ma questo non lo ha reso meno fragile. Ora, però, arrivano buone notizie sul futuro della scimmia leonina del Brasile.  

Negli Anni 70 stava rischiando di scomparire per sempre a causa della deforestazione e del commercio illegale. Ma tutta una serie di attività di conservazione l’ha messa al riparo da un rischio imminente.  

Chiamata così per l’inconfondibile criniera di pelo arancione che le incornicia il muso, questa scimmia è un primate nativo di una piccola area della foresta atlantica sudorientale del Brasile e solo 50 anni orsono non se ne contavano più di 200 esemplari.  

Temendo che potesse scomparire per sempre, diverse organizzazioni brasiliane, tra cui l’Associação Mico-Leão-Dourado (AMLD) e Save the Golden Lion Tamarin (SGLT), in collaborazione con le comunità locali e il governo, attuarono una serie di interventi per proteggerla, abbinate a una serie di stringenti misure di tutela. Compreso il recupero ambientale della foresta atlantica brasiliana, particolarmente colpita dal disboscamento, dai cambiamenti climatici e dagli incendi. Operazioni concrete che nell’arco di quattro decenni hanno dimostrato tutta la loro efficacia: con il numero di esemplari censiti del 2017 arrivato a 3.700 unità. 

I pericoli però per le scimmie leonine non erano finiti. L’ultimo attacco, in ordine di tempo, è infatti arrivato da una malattia. Nel 2019, infatti, a causa di un’epidemia di febbre gialla, la popolazione si ridusse nuovamente arrivando a 2.500 esemplari, ma grazie a un vaccino appositamente concepito per questi animali, la Associação Mico-Leão-Dourado è riuscita a debellare la malattia. 

Così l’ultimo recente studio parla di 4.800 esemplari in salute allo stato selvatico. Certo il numero non garantisce l’assenza di rischi, ma finalmente il futuro di questi animali “dorati” è diventato sensibilmente più roseo.  

(Foto d’apertura: IPA)

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