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Avvistato un rarissimo elefante albino (che per ora è rosa)

L’esemplare è stato filmato al Kruger National Park, in Sudafrica. L’albinismo è una condizione genetica rara, che porterà sfide uniche alla sopravvivenza dell’elefantino: sarà la famiglia a doverlo proteggere. Il significato di questi “elefanti bianchi” nella leggenda e nella tradizione.

di Silvia Stellacci
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Una macchiolina rosa saltella e rotola in una pozza d’acqua del Kruger National Park, in Sudafrica.
È un cucciolo di elefante albino, con la pelle di un delicato color rosato, sorpreso mentre gioca con altri piccoli elefantini nella riserva protetta.
La notizia dello straordinario avvistamento è stata condivisa dal tour operator Theo Potgieter, che ha avuto la fortuna di cogliere questo momento durante una delle sue escursioni nel parco nazionale sudafricano.
«È un elefante rosa quello che fa il bagno nel fiume Olifants?», ha chiesto meravigliato Potgieter sui social, condividendo le immagini riprese con la sua macchina fotografica.
L’elefantino albino, un esemplare unico nel suo genere, ha destato grande meraviglia per la sua insolita colorazione.

L’albinismo, una condizione genetica che comporta una mancata o ridotta produzione di melanina, è molto raro nel regno animale e si stima che si verifichi solo in circa uno su 10.000 mammiferi selvatici.
Nel caso dell’elefantino, il colore rosato della pelle lo rende «molto vulnerabile al forte e intenso sole africano», ha spiegato Potgieter, ma la compagnia e l’accettazione da parte della sua famiglia possono funzionare come antidoto contro l’isolamento e i rischi a cui la sua condizione genetica lo espone.
Gli animali albini affrontano sfide uniche per la sopravvivenza. La loro colorazione insolita li rende più riconoscibili ai predatori e l’albinismo può comportare anche problemi di vista che ostacolano la ricerca del cibo e la caccia.
«Questo piccolo, però, ha un’intera famiglia che si prende cura di lui, come fanno con tutti gli piccoli», scrive Potgieter. L’elefantino albino del Kruger National Park è fortunato e potrà contare sugli altri elefanti, ogni volta che avrà bisogno di protezione e sostegno nell’ambiente selvaggio.

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Foto: IPA

Curiosità e leggende sull’elefante albino
Nelle antiche tradizioni dell’Asia, gli elefanti albini hanno occupato un posto di rilievo, considerati portatori di fortuna, potere e sacralità.
Nella mitologia induista, il leggendario elefante bianco Airavata era il destriero di Indra, il re degli dèi, e incarnazione di forza e innocenza. Questa simbologia si diffuse anche nel Buddhismo, dove si narra che la madre del Buddha, la regina Maya, sognò un elefante bianco prima della sua nascita, segno di purezza e saggezza.
Nella storia reale, gli elefanti albini hanno avuto un impatto tangibile sul potere e sulla politica delle nazioni asiatiche. In Thailandia, ad esempio, l’elefante bianco è stato per secoli un simbolo di prosperità e potere reale, tanto da essere rappresentato sullo stemma nazionale e persino sulle bandiere militari. Sono state combattute guerre per loro e la loro presenza nei regni ha suscitato ammirazione e rispetto tra i sudditi.

Sebbene meno diffusi che in Asia, gli elefanti albini hanno fatto la loro comparsa anche nelle savane africane. La loro rarità, unita alla loro bellezza unica, li rende tesori della natura africana, suscitando meraviglia e rispetto tra coloro che hanno la fortuna di avvistarli. Tuttavia, le sfide ambientali e le malattie possono rappresentare una minaccia per la loro sopravvivenza, mettendo in discussione il loro futuro nel continente.
Anche in Europa, gli elefanti albini hanno avuto un impatto significativo, simboleggiando potere e prestigio per i monarchi e le élite aristocratiche. Dai regali reali di Carlo Magno al leggendario Annone di Papa Leone X (un elefante bianco addomesticato) queste creature rare sono state accolte con ammirazione e venerazione, trasformandosi in icone della grandezza e del mistero.

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Un murale del XIX seolo in Thailandia. Gli elefanti albini erano sacri e simbolo di potere. Maggiore era il numero di elefanti bianchi posseduti da un sovrano, più importante era il suo regno. Foto: IPA

Il “white elephant” e il suo significato figurato
Il modo di dire “white elephant” (“elefante bianco” in italiano) è una locuzione usata nella lingua inglese per indicare un bene o un progetto costoso e lussuoso che si rivela essere più oneroso da gestire e mantenere rispetto ai benefici che può portare. In altre parole, si riferisce a qualcosa che è costoso da possedere o mantenere, ma che ha poco o nessun valore pratico o beneficio reale.
L’origine del termine risale alla tradizione asiatica, in particolare al Siam (l’attuale Thailandia), dove gli elefanti bianchi erano considerati sacri e simboli di prestigio reale. A causa della loro rarità e della loro sacralità, possedere un elefante bianco poteva però rivelarsi un onere finanziario significativo per il proprietario, dato che l’animale non poteva essere impiegato per scopi pratici come il lavoro agricolo o il trasporto.
La concezione di un bene costoso e prezioso che si rivela essere più un fardello che un vantaggio è stata poi trasferita nella lingua inglese, dove l’espressione “white elephant” è stata utilizzata per descrivere una varietà di situazioni, come progetti governativi costosi e inutili, proprietà immobiliari difficili da vendere o mantenere, o regali lussuosi ma poco pratici.

Foto d’apertura: il cucciolo albino gioca in famiglia in un fiume. Foto: Facebook / Theo Potgieter 

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