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Dopo gli orsi i lupi, la Provincia di Trento ordina l’abbattimento di due esemplari

Un decreto firmato dal presidente Maurizio Fugatti ne autorizza l’eliminazione. WWF, LNDC e LAV chiedono al Tar di sospendere il provvedimento.

di Alessio Pagani

Dopo gli orsi, nel mirino della Provincia autonoma di Trento finiscono i lupi. Con un decreto firmato nei giorni scorsi dal governatore Maurizio Fugatti, viene autorizzata «la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di lupo», nella zona di Malga Boldera, nel versante trentino dei Monti Lessini. Questo è il primo caso in Italia in cui si arriva a usufruire delle deroghe alla protezione rigorosa del lupo previste dall’art. 16 della Direttiva Habitat. 

L’ordinanza è stata emessa dopo che nei pascoli della zona, negli ultimi due mesi, sono stati predati dai lupi 16 bovini e 2 asini. Stando a quanto dichiarato dalla Provincia, i lupi sarebbero stati in grado «di eludere la presenza di una recinzione elettrificata, presente dal 2018, che perimetra un’area di pascolo estesa per circa 64 ettari». Superando, di fatto, una struttura che nei precedenti 5 anni (fino a maggio 2023) ha sempre funzionato efficacemente.  

«La ricostruzione dei fatti riportata nel decreto presenta elementi non chiari», sottolineano però dal WWF. «Negli ultimi 3 episodi di luglio 2023 sembra essere stato valutato da esperti il corretto funzionamento della recinzione, mentre nei precedenti episodi di predazioni di giugno non si ha notizia di un esame accurato».  

Anche per questo il WWF esprime «le sue forti perplessità sulla richiesta e la concessione delle deroghe per l’abbattimento dei due lupi». Prima di concedere una deroga, le autorità degli Stati membri devono, infatti, «esaminare attentamente tutti i requisiti generali e specifici necessari». E tra i rimedi possibili prima di procedere all’abbattimento si potrebbe considerare, per esempio, «la dissuasione tramite proiettili di gomma, soluzione sperimentata con successo nei mesi scorsi proprio su un lupo nel versante veneto della Lessinia, e in questa situazione mai considerata».  

Il WWF sottolinea anche come in questo caso «non siamo davanti a misure urgenti da adottare per la salvaguardia dell’incolumità pubblica, e non siamo in presenza di animali che hanno mostrato comportamenti pericolosi per le persone». Per questo diverse associazioni – WWF, LAV, LNDC – si sono rivolte al Tar Trento, per chiedere la sospensione del provvedimento. 

(Foto d’apertura: IPA)

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