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Sfattoria, il Tar non salva maiali e cinghiali

Resta esecutivo il provvedimento dell’Asl sull’abbattimento degli animali che si trovano in un rifugio protetto ma in un’area minacciata dalla peste suina.

di Alessio Pagani

Brutte notizie per la Sfattoria degli Ultimi e i suoi animali, 140 tra maiali e cinghiali soccorsi e ospitati in questo santuario. Il Tar del Lazio ha confermato la decisione della Asl Roma 1 riguardo l’abbattimento dei capi presenti nel rifugio che si trova nell’area nord della capitale, ovvero la zona rossa delimitata dalla Asl per il contenimento della peste suina. Il ricovero potrà tenere solo due animali di affezione, non uno di più. Il resto dei maiali e dei cinghiali ospitati dovranno essere abbattuti. L’ultima parola, però, non è ancora stata scritta visto che l’udienza sulla fase cautelare è stata fissata per il prossimo 12 settembre, ma il decreto prevede, fin da ora, che l’azienda sanitaria locale debba «monitorare lo stato di salute degli altri maiali già sequestrati ed avviati alla profilassi, valutandone la pericolosità attuale ed effettiva e, se del caso, provvedendo per l’abbattimento». Nel provvedimento i giudici affermano che non c’è «seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus».

Da parte loro i legali del centro di recupero sottolineano come «il decreto in esame imponga all’Asl di svolgere un monitoraggio dello stato di salute dei suidi presenti nel rifugio, valutando se esistono effettivamente casi in cui è consentito l’abbattimento. Non autorizza gli abbattimenti in generale nel rifugio, dispone semplicemente che l’autorità sanitaria compia nuovi accertamenti». In un comunicato congiunto, le associazioni ENPA, LEAL, LEIDAA, LNDC, OIPA, e TDA sperano «che quanto disposto non conduca ad abbattimenti in una struttura dove lo stesso Tar riconosce non esservi un focolaio di peste suina africana attivo. Auspichiamo che l’Asl consenta anche alle controparti di depositare propri documenti e chiarimenti affinché possa instaurarsi un equo contraddittorio e che manifesti essa stessa la volontà di trovare soluzioni alternative che consentano la salvezza di animali sani, chiusi in recinti, iscritti all’anagrafe e costantemente controllati».

(Foto: @sfattoriadegliultimi)

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