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Troppa luce sulle coste. Gli animali marini non riescono a mimetizzarsi

L’allarme, legato al crescente inquinamento luminoso, è stato lanciato da uno studio dell’Università inglese di Plymouth. Le più a rischio sono alcune specie di molluschi.

di Alessio Pagani

L’evoluzione li ha portati ad assumere colorazioni che li rendono difficili da individuare. Ora però l’inquinamento luminoso minaccia ormai interi ecosistemi e anche per gli animali marini le nuove luci notturne sono diventate sinonimo di pericolo. Tra gli effetti deleteri dell’inquinamento luminoso, infatti, c’è l’alterazione dei rapporti di forza tra pedatori e prede: le luci hanno cambiato, in peggio, l’abilità di mimetizzarsi di alcune specie, esponendole di più al rischio di essere viste e cacciate.

A raccontarlo, sulle pagine del Journal of Applied Ecology, è una squadra di ricercatori dell’Università di Plymouth, città portuale del Devon, nel sud-ovest dell’Inghilterra. I ricercatori hanno preso a modello alcuni rappresentanti della famiglia delle Littorinidae, molluschi con conchiglie dai diversi colori, e studiato come apparissero sotto luci diverse, anche tenendo conto dell’incremento della luminosità urbana lungo le coste e del suo cambiamento. Negli ultimi anni, infatti, si è passati dall’uso di lampade con uno spettro più ristretto a fonti di luce con uno spettro più ampio come i LED, con il risultato che questa modernizzazione ha vanificato di fatto l’evoluzione di certi molluschi.

Quelli analizzati – che sono sempre apparsi di colori naturalmente diversi tra il giallo e il marrone, proprio per essere in grado di mimetizzarsi tra le alghe – se sottoposti a luce LED perdevano, infatti, la loro capacità di “passare inosservati”. A tutto vantaggio dei predatori marini e non: una bavosa, un granchio e un gabbiano. Uccello quest’ultimo tendenzialmente diurno, ricordano gli autori, ma abile a cacciare anche di notte con la complicità delle luci accese dall’uomo. È emerso, infatti, che le illuminazioni più moderne della costa hanno reso i molluschi più visibili soprattutto per gabbiani e granchi. Specialmente per i molluschi con maggiori sfumature gialle sulle loro conchiglie è aumentato, e di molto, il rischio di essere individuati.

Lo studio è arrivato a suggerire anche alcuni potenziali interventi su come mitigare i danni. Lavorare su intensità e quantità delle luci appare una priorità, così come regolare l’illuminazione considerando le ore in cui è più utile e necessaria, o preferire impianti a fotocellula. Per il risparmio energetico, certo, ma anche per la salvaguardia della biodiversità. 

(Foto d’apertura: Foto: Università di Plymouth)

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