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Se adotti un cane non paghi la Tari, l’iniziativa del piccolo comune siciliano 

Un contributo economico per sostenere le spese veterinarie o l’esenzione dal pagamento della Tari: sono queste le due agevolazioni concesse dal comune di Ferla per combattere il randagismo.

di Redazione

In Sicilia il randagismo è un fenomeno molto diffuso e soprattutto un grande problema, per questo motivo diversi comuni cercano di combatterlo in ogni modo. A Ferla, un piccolo paese di poco più di duemila abitanti, la lotta al randagismo è una costante da diversi anni. L’ultima iniziativa è l’abbattimento della tassa sui rifiuti per chi decide di adottare un randagio. 

«Sono ormai due anni che, per sensibilizzare sulla questione del randagismo, abbiamo modificato il regolamento Tari: se un nostro concittadino adotta un randagio può avere l’abbattimento della tassa sui rifiuti, oppure ottenere un contributo economico, fino a 400 euro, per le spese veterinarie dimostrabili», spiega Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla. «Prima di dare il cane in adozione, però, c’è un periodo di pre-affido, durante il quale viene monitorata la situazione familiare dalla polizia municipale: prima di tutto si verificano i requisiti della famiglia, poi vengono effettuati controlli sporadici per sincerarci che le condizioni dichiarate siano vere», continua il sindaco.

Grazie a questa iniziativa, il piccolo comune sui monti Iblei è riuscito a far adottare circa venti cani, un numero ancora non elevato ma che fa ben sperare. «Ci sono molti controlli e molto rigore da parte nostra, ma questa della Tari è una iniziativa molto importate legata al randagismo», dichiara Giansiracusa. 

A Ferla esiste anche un ambulatorio veterinario comunale, realizzato in collaborazione con l’Asp di Siracusa, presso il quale ogni settimana i medici veterinari sterilizzano gratuitamente tutti i randagi della zona. 

«Al sud mancano due cose: le strutture che accolgano in maniera dignitosa gli animali e la sensibilità verso questa questione. Non esiste la prevenzione del fenomeno, quindi noi siamo costretti ad agire solo sull’effetto e non sulle cause», spiega il primo cittadino. «In questi anni abbiamo provato ad affrontare il randagismo, in primis attraverso la microchippatura dei cani e con la creazione dell’anagrafica canina comunale. Poi abbiamo iniziato anche a collaborare con un’associazione di volontari che si chiama “Mano nella zampa”, con la quale facciamo sensibilizzazione e prevenzione continua».

Dal 2014, il comune di Ferla ha anche stipulato un protocollo d’intesa con un rifugio sanitario a Galliate, in provincia di Novara. Con loro si occupano di adozioni: Ferla prende in carico i randagi e li cura, insieme ai volontari, e poi li trasferisce nel rifugio di Galliate in attesa di adozione. Grazie a questa iniziativa sono stati adottati più di duecento cani. 

La speranza del sindaco Giansiracusa è che la sua continua campagna di sensibilizzazione porti i cittadini a prendersi cura di tutti gli animali.

(Foto d’apertura: Comune di Ferla)

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