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Juan Carrito, muore investito da un’auto l’orso simbolo d’Abruzzo 

La sua favola si è conclusa lungo la strada statale 17 all’altezza di Castel di Sangro. Inutili i disperati tentativi di salvarlo.

di Alessio Pagani

Era famoso da più di un anno per le sue scorribande tra Abruzzo e Molise alla ricerca di cibo, ma non aveva mai infastidito nessuno. Anche per questo dopo essere stato catturato per ragioni di sicurezza era stato rimesso in libertà. Juan Carrito non era pericoloso: la sua unica passione era quella di spostarsi da un paese all’altro e soddisfare la propria curiosità. Questa sera, intorno alle 18, la sua favola però si è conclusa nel peggiore dei modi. Investito e ucciso sulla strada statale 17, che collega Castel di Sangro a Roccaraso, in provincia dell’Aquila 

L’orso sin dai primi momenti era apparso grave, con una zampa rotta, immobile se non per pochi cenni con la testa. Le guardie del Parco e i carabinieri forestali, intervenuti immediatamente sul posto, hanno poi confermato la sua identità, grazie alle marche auricolari alle orecchie, ovvero i contrassegni di materiale plastico che recano un codice identificativo univoco dell’animale e che hanno sostituito il vecchio radiocollare. Fatale, per Juan Carrito, l’impatto contro la vettura su cui viaggiavano tre persone. «È sbucato all’improvviso», avrebbe detto la donna al volante ai carabinieri della Compagnia di Castel di Sangro, incaricati dei rilievi di rito.  

Juan Carrito era uno dei quattro gemelli dell’orsa Amarena, divenuta famosa per l’appunto per quello straordinario parto plurigemellare. Tra i suoi fratelli era il più intraprendente, il più insistente. Il meno timoroso. E con una caratteristica che forse gli è costata la vita: faticava, infatti, ad andare in letargo. Condizione in cui avrebbe già dovuto trovarsi. E invece, come lo scorso anno, anziché vivere il suo stato di sonno profondo in attesa della bella stagione, continuava a gironzolare nei pressi di Roccaraso. Dove, però, ha trovato la morte. 

«Non ci sono parole per quello che è successo. Juan Carrito era un orso problematico ma al Parco abbiamo fatto di tutto, contro tutto e tutti, per dargli una chance e farlo rimanere libero. Ora ci ha lasciato», hanno fatto sapere dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. «Stasera siamo un po’ più poveri perché se ne è andato uno di famiglia», ha concluso il presidente, Giovanni Cannata.

Immediato anche il cordoglio degli amministratori. «Questa perdita rattrista non solo l’Abruzzo ma il mondo intero che ha scoperto l’Abruzzo e la bellezza degli orsi attraverso i numerosi video che ritraevano Juan Carrito sin da cucciolo con i suoi fratelli e l’orsa Amarena», ha sottolineato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

(Foto d’apertura: Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise)

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