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Il disaccoppiamento climatico minaccia piante e animali 

Sono soprattutto gli uccelli a pagare caro questo effetto del riscaldamento globale, poiché perdono l’unico ambiente in cui possono vivere.

di Alessio Pagani

Cambia il clima e allora chi può, tra gli animali, si sposta. Molte specie, di mare e di terra, hanno già abbandonato i loro habitat andando in cerca di condizioni climatiche più favorevoli: le specie marine nuotano verso i poli, le specie di montagna si spostano ad altitudini maggiori. Ma non tutti possono farlo. Molti animali, infatti, non in grado di affrontare questo cambiamento radicale nelle loro vite, rischiano di rimanere intrappolati in un habitat che non corrisponde più alle loro condizioni ideali. Il fenomeno si chiama “climate decoupling”, ovvero disaccoppiamento climatico, e stando a un nuovo studio pubblicato su Nature Ecology & Evolution sta colpendo in particolare gli uccelli del Nord America. Il team dell’Università di Lipsia che ha condotto lo studio ha analizzato la situazione di 114 diverse specie di uccelli che vivono tra Stati Uniti e Canada: ha scoperto che 30 di queste (quindi il 26%) hanno visto stravolta, negli ultimi 30 anni, la propria situazione climatica ideale, e non sono ancora riusciti a, per così dire, cambiare casa. Emblematico è il caso del passero delle praterie, rimasto di fatto senza quelle distese di erba e piccole piante nelle quali un tempo era molto diffuso e suo luogo d’elezione. Uno sfollato, in pratica.

Oggi il suo habitat è praticamente scomparso e il passero è in sofferenza. Una sottospecie in particolare, nativa della Florida, è stata di recente inclusa nella lista delle specie a rischio estinzione. Perché sembra scontato, ma giova ribadirlo: il passero delle praterie non può vivere senza praterie. Il disaccoppiamento climatico spiegano, infatti, gli esperti, «tende a sopraffare maggiormente le specie specialiste, quelle che necessitano di un ambiente molto particolare per sopravvivere e quelle che già stanno subendo drastiche diminuzioni a causa della perdita del proprio ambiente naturale». Alcune specie, per esempio, sono legate a risorse che esistono solo in determinati luoghi e per questo non hanno la possibilità di poter migrare, mentre altre già in sofferenza non hanno la forza di adattarsi a un nuovo ambiente. Così rischiano una drammatica sparizione. La rivoluzione climatica in atto è per loro disastrosa.

(Foto d’apertura: il passero delle praterie, @snapperik)

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