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Dopo 35 anni imprigionata e sola l’elefantessa ritrova la libertà

Reclusa troppo a lungo in uno zoo che non garantiva il rispetto delle sue condizioni, il pachiderma è tornato finalmente a vivere nella natura. Per lei si sono aperte le porte di un santuario in Georgia dove la si può osservare in tempo reale, ma solo grazie alle webcam.

di Alessio Pagani

Ha ritrovato la libertà, dopo una prigionia lunga ben 35 anni. La protagonista di questa storia è un’elefantessa di 41 anni, di nome Mundi, sfortunata protagonista di una lunga reclusione e di un altrettanto ingiusto isolamento in uno zoo di Porto Rico. Ora, però, la sua vita è cambiata: è arrivata in un santuario per elefanti della Georgia dove ha iniziato la sua seconda vita.   

Nata libera nella savana africana è stata poi catturata e allontanata dal suo habitat naturale insieme a altri 63 elefanti. Prima è finita nella proprietà di un miliardario degli Stati Uniti e poi nello zoo Mayaguez di Porto Rico. E lì, dopo un incidente che l’ha resa cieca a un occhio e ha danneggiato la sua zanna destra, dal 1988 ha vissuto in completo isolamento. Reclusa, in un’area troppo piccola perché potesse soddisfare i suoi bisogni etologici.   

Proprio per mettere fine a questa crudeltà, per lei si erano mobilitate le associazioni World Animal Protection, Wild Animal Sanctuary ed Elephant Aid International dopo che lo zoo Mayaguez è stato chiuso al pubblico dal 2017. Purtroppo, però, il primo accordo per il suo trasferimento nel 2018 è saltato e solo di recente la situazione si è sbloccata. Lo scorso febbraio, infatti, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha ordinato la chiusura permanente dello zoo e il trasferimento di tutti gli animali rimasti nei santuari. E Mundi, dopo alcune settimane di preparazione per abituarla al trasporto e al volo aereo diretto negli Stati Uniti, ha raggiunto la sua nuova casa presso il rifugio Elephant Refuge North America Sanctuary (ERNA) ad Attapulgus, in Georgia.  

Ad attenderla solo l’affetto del personale, cure veterinarie adeguate e la compagnia degli altri due suoi simili ospitati nella struttura: Bo e Tarra. Il santuario è pensato, infatti, per garantire a questi animali la massima tranquillità possibile: non è aperto al pubblico, ma mostra agli utenti i suoi ospiti e come si svolgono le loro giornate grazie a una webcam. Che potrete seguire cliccando sul video qua sotto.   

(Foto d’apertura: https://elephantaidinternational.org)

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