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Così gli sport equestri abbattono le barriere per i disabili   

L’iniziativa è della campionessa Carolina Cei e l’obiettivo è chiaro: aprire le porte delle discipline a cavallo agonistiche per persone con disabilità.

di Alessio Pagani

La promozione è partita e il progetto “Io ti guido” è già realtà. Nobile la finalità: divulgare il più possibile il “paradriving” e gli “attacchi integrati”. Si tratta di due discipline equestri agonistiche per persone con disabilità: grazie alla carrozza e a particolari aiuti specifici, gli atleti possono, infatti, gareggiare con gli altri driver. Il progetto, battezzato appunto “Io ti guido”, è stato ideato l’anno scorso dalla campionessa di equitazione e istruttrice federale di II livello Carolina Cei. È stata lei ad avvicinarsi a queste discipline per permettere di gareggiare alla sorella Veronica, 34 anni, non vedente dalla nascita, che cavalca a livello dilettantistico sin da quando di anni ne aveva 8.

Queste attività, per lei e per gli altri atleti disabili, sono una svolta epocale. «Stiamo parlando di due discipline che consentono un approccio facilitato al cavallo», sottolinea proprio Carolina Cei, «e garantiscono l’inclusione delle persone in modo spontaneo e naturale». E la dimostrazione è arrivata direttamente dal campo. A luglio di quest’anno, infatti, Veronica, allenata dalla sorella campionessa, è stata la prima atleta cieca a vincere l’argento ai campionati italiani nella combinata dressage e gincana a coni.

Dopo la promozione e le attività di formazione dei tecnici, entro l’anno la Fise, la Federazione italiana sport equestri, acquisterà una carrozza adattata. «Questo ci consentirà di accrescere il potenziale del progetto», spiega Carolina Cei. «Ringrazio la Fise e il Comitato Regionale per aver creduto fin da subito in questa iniziativa».   

(Foto d’apertura: FISE)

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