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Perché i gatti detestano le porte chiuse

Ogni proprietario di gatti ha assistito a ripetuti miagolii o ha sentito il rumore dei graffi di Micio dietro una porta chiusa. Tale sbarramento provoca infatti nell’animale un’avversione incontenibile, originata da uno stato d’ansia. Per i gatti una porta chiusa all’interno del loro territorio rappresenta un possibile motivo di stress e una minaccia al loro habitat

di Lorenzo Sangermano
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Chi convive con un gatto lo sa bene: il miagolio insistente davanti a una porta chiusa, accompagnato da graffi e tentativi di aprirla, è una scena che si ripete spesso. Ma cosa si cela dietro questa avversione? Perché ai gatti non piacciono le porte chiuse?
La risposta va ricercata nelle origini evolutive di questi animali e nei loro istinti più profondi.

I gatti e le porte chiuse: una questione di territorio
I gatti, animali territoriali per eccellenza, hanno sviluppato nel corso della loro evoluzione un comportamento che li spinge ad esplorare e ad avere sotto controllo ogni centimetro del loro ambiente. Una porta chiusa rappresenta un’interruzione inaspettata nel loro territorio, un blocco a un percorso che dovrebbe essere sempre accessibile.
Quando un gatto si trova davanti a una porta chiusa potrebbe dunque percepirla come una barriera ingiustificata che impedisce di accedere a una parte del “suo” territorio. Lo stop porta il felino a miagolare insistentemente, graffiare la porta o in qualche modo spingerla.

Questo comportamento non si limita alle porte dentro la casa, tra un ambiente e l’altro, ma si estende anche a quelle rivolte verso l’esterno. Se un gatto è abituato a entrare e uscire liberamente, una porta chiusa rappresenta un ostacolo che scatena frustrazione e ansia, e anche una piccola limitazione alla libertà di movimento può diventare per i felini motivo di stress.

La curiosità del gatto: l’esplorazione è una necessità
Oltre al bisogno di esplorare, un’altra spiegazione interessante del perché i gatti odiano le porte chiuse è legata al concetto di FOMO (Fear of Missing Out), ossia la paura di perdersi qualcosa.
Questo termine, nato per descrivere un fenomeno sociale umano, può essere applicato anche al comportamento felino.
I gatti odiano trovarsi davanti a una porta chiusa perché non possono sapere cosa stia accadendo dall’altra parte e, come ha spiegato l’esperta di comportamento felino Jane Ehrlich, odiano non avere possibilità di scelta (choice), non detenere in controllo (control) e il cambiamento (change). Una porta chiusa racchiude tutti questi elementi: limita le scelte del gatto, lo priva del controllo del territorio e rappresenta un cambiamento nell’ambiente, che potrebbe essere percepito come minaccioso.

Gatti e porte chiuse: come trovare un compromesso
Gestire la convivenza tra un gatto e le porte chiuse può essere una sfida, soprattutto se l’esemplare manifesta insistenza o frustrazione quando si trova davanti a una barriera. Una soluzione semplice, se possibile, è quella di lasciare le porte aperte o di mantenere una gestione prevedibile delle stesse. Ad esempio se una porta è chiusa a determinati orari della giornata, il gatto potrà adattarsi a questa routine e ridurre il suo livello di stress.

Per chi invece desidera mantenere alcune aree della casa inaccessibili, la chiave è la coerenza. Se una porta rimane sempre chiusa, il gatto capirà che quella parte del territorio non è di sua competenza. È importante non confondere l’animale aprendo e chiudendo continuamente la stessa porta; un atteggiamento incoerente può solo aumentare l’ansia del gatto.

Capire il comportamento del gatto riguardo alle porte chiuse non significa semplicemente accettarlo o ignorarlo, ma trovare un equilibrio tra la libertà di movimento dell’animale e le esigenze umane di mantenere determinate aree della casa riservate o sicure.
È importante ricordare che il miagolio e l’insistenza davanti a una porta chiusa non sono solo capricci, ma riflettono necessità fondamentali del felino. Riconoscere questi bisogni, pur stabilendo limiti chiari e coerenti, può portare a una convivenza più serena e soddisfacente per il gatto e i suoi umani.

Foto: IPA

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