Si mascherano da mamma volpe per salvare un cucciolo appena nato
Nato da appena 24 ore, il cucciolo è stato trovato in gravi condizioni di salute. Per poterlo riportare in natura una volta guarito, era necessario limitarne l’imprinting con gli umani. Ed ecco che “travestirsi” per allattarlo è stata la soluzione!
di Lorenzo SangermanoNello stato della Virginia, precisamente presso il Richmond Wildlife Center, il ritrovamento di un cucciolo di volpe ha spinto i veterinari a ingegnarsi per evitarne l’attaccamento con gli umani.
La vicinanza fra cucciolo e medici durante le terapie era inevitabile, quindi solo un metodo sembrava poter funzionare: travestirsi da volpe! I protagonisti di questa storia sono la direttrice Melissa Stanley e il restante personale del centro.
A fine febbraio, un cucciolo di volpe del peso di soli 80 grammi e nato da sole 24 ore viene ritrovato nel retro di un’abitazione di Richmond.
Il piccolo era completamente solo e disorientato, con gli occhi ancora chiusi e il cordone ombelicale attaccato. Portato d’urgenza al centro di recupero, è sottoposto alle prime cure per salvarlo.
È qui che ha inizio l’insolita strategia di accudimento. Gli operatori del centro sapevano che, data la giovanissima età, era importante evitare che il cucciolo instaurasse un legame affettivo con gli esseri umani, perché ciò avrebbe potuto compromettere il suo futuro ritorno in natura. In termini più corretti, era necessario fare molta attenzione all’imprinting, che è il tipo di “apprendimento per esposizione” presente in tutti i vertebrati: le caratteristiche visive di chi alleva i cuccioli restano impresse nella loro memoria, condizionandoli per sempre.
Per questo motivo i medici e gli operatori hanno deciso di non farsi vedere come umani, ma di travestirsi da volpi durante le fasi di alimentazione e cura, indossando costumi di pelo rosso molto realistici che ricreavano l’aspetto e perfino l’odore della madre.
La direttrice Melissa Stanley ha indossato una maschera da volpe per nutrire il cucciolo con una siringa ogni 2-4 ore. Per rendere l’esperienza ancora più simile a quella naturale, è stato usato anche un peluche a forma di volpe adulta, posizionato nello stesso cestino del cucciolo, e sul quale il cucciolo si appoggiava e dormiva, come fosse in una tana in natura.
Persino i rumori e i movimenti sono stati modulati per risultare il più possibile simili a quelli di una volpe adulta. In questo modo, i primi stimoli visivi e sensoriali recepiti dal cucciolo sono stati il pelo, l’odore e i comportamenti tipici della sua specie.
Nel corso del travestimento, il centro ha deciso di documentare questa pratica e renderne pubblici i potenziali benefici. La sua particolarità non è passata inosservata, tanto che il video dell’operatore mascherato che nutre il piccolo è presto arrivato in tutto il mondo.
“Grazie mille a chiunque ci abbia supportato”, hanno scritto i responsabili del Richmond Wildlife Center in un post. “È importante assicurarsi che gli orfani cresciuti in cattività non vengano abituati agli umani. Per scongiurare ciò, creiamo barriere visive, riduciamo la manipolazione, evitiamo il più posibile i trasferimenti fra strutture diverse e indossiamo maschere speciali.
“Ora siamo riusciti a trovare in altre strutture cuccioli di volpe della stessa età e peso della nostra e stiamo lavorando per stabilire come sia meglio procedere per il loro benessere.”
Oltre al travestimento da volpe, il personale ha infatti cercato altri cuccioli della stessa specie ed età per permettere alla piccola volpe di crescere con i suoi simili. Tre esemplari sono stati trovati nel centro di riabilitazione Animal Education and Rescue Organization nel nord della Virginia e presto il cucciolo verrà trasferito per unirsi ai suoi futuri amici, essenziali per la sua sopravvivenza.
In apertura: la dottoressa Melissa Stanley allatta la neonata. E’ travestita da volpe, così che il cucciolo la scambi per la madre ed eviti un imprinting sbagliato. Foto: Facebook / Richmond Wildlife Center.
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