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Le tartarughe azzannatrici spaventano Roma

Due ritrovamenti ravvicinati nei pressi di Capena hanno messo in allarme la capitale, che ora teme la possibile riproduzione di questi rettili nelle vicinanze del Tevere.

di Lorenzo Sangermano

La capitale italiana è in allarme per la possibile presenza di una colonia di tartarughe azzannatrici (Chelydra serpentina) nella zona nord della città. Negli ultimi giorni, due esemplari sono stati catturati nel giro di poche ore, facendo aumentare l’inquietudine tra la popolazione.

Il primo esemplare è stato catturato dai carabinieri a Capena, nel giardino di un’abitazione. Un secondo esemplare è stato ritrovato nelle campagne vicino alla strada provinciale che collega Capena a Morlupo, a poco più di un chilometro di distanza dal primo ritrovamento. Una signora residente nella zona ha raccontato: «Stavamo percorrendo in auto la strada che da Capena porta a Morlupo quando mio marito mi ha fatto notare la presenza di questa tartaruga a bordo strada. Avevamo visto le fotografie di quella catturata sempre a Capena e quindi l’abbiamo immediatamente riconosciuta, perché è molto particolare».

La ragazza che ha dato l’allarme ha immediatamente chiamato il numero di pronto intervento per le emergenze ambientali 1515. Sul posto è arrivato l’esperto zoofilo Andrea Lunerti, che insieme ai carabinieri forestali ha catturato l’esemplare. «Occorre rinnovare l’invito a prestare la massima attenzione, affinché i bambini non tocchino questi esemplari, né cerchino di prenderli, perché a seconda delle loro dimensioni possono anche recidere le falangi di un adulto», ha avvertito Lunerti.

L’allarme riguarda anche un’eventuale zona di riproduzione delle tartarughe azzannatrici, considerate pericolose non solo per l’uomo ma anche per la salute pubblica. «È probabile che, vista la vicinanza del Tevere, questi esemplari abbiano iniziato a riprodursi», ha spiegato l’esperto.

Le tartarughe azzannatrici sono originarie del Nord America e possono raggiungere i 70 centimetri di lunghezza e i 20 chilogrammi di peso. Il loro morso è estremamente potente e, grazie al becco corneo, sono in grado di recidere con facilità le dita dei soccorritori. In Italia, la vendita e la detenzione di esemplari di questa specie sono vietate.

L’etologo Andrea Lunerti sottolinea l’importanza della situazione: «In diciotto anni è la quindicesima tartaruga azzannatrice con cui ho a che fare. Vorrei approfittare per informare le persone del posto, e in particolare gli agricoltori, di fare attenzione a dove mettono le mani».

Nel frattempo i due esemplari catturati sono stati trasferiti in un centro autorizzato per la gestione della fauna selvatica, dove verranno esaminati e monitorati per prevenire ulteriori pericoli. Mentre gli esperti continuano a studiare la situazione e a cercare eventuali altre tartarughe azzannatrici nella zona, l’amministrazione comunale ha invitato i cittadini a seguire le raccomandazioni delle autorità per garantire la sicurezza di tutti.

(Foto d’apertura: IPA)

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