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La LAV visita JJ4 e M49 gli orsi rinchiusi al Casteller  

«Confermate tutte le nostre preoccupazioni. Non è un luogo adatto per ospitare questi animali a lungo termine». L’associazione, intanto, ha presentato un piano per il trasferimento della femmina in un rifugio in Romania.

di Alessio Pagani

«Finalmente siamo riusciti a visitare gli orsi JJ4 e M49 rinchiusi al Casteller. E le nostre preoccupazioni sulla loro detenzione sono state confermate». Così la LAV traccia il bilancio della visita ai due plantigradi rinchiusi al Centro di recupero Fauna Alpina del Casteller di Trento, luogo di riabilitazione dei plantigradi diventato nel corso degli anni la prigione per gli esemplari considerati problematici.   

«La Provincia ha posto la condizione che alla visita fosse presente solamente un rappresentante LAV. Non sono potuti perciò intervenire veterinari o altri specialisti che potessero valutare le condizioni psico-fisiche degli animali non evincibili dalla semplice fornitura di cibo agli animali. Quanto abbiamo potuto vedere», ha sottolineato Massimo Vitturi, responsabile Area Animali Selvatici, «ha confermato tutte le nostre preoccupazioni riguardo la detenzione degli orsi in recinti che potrebbero essere adeguati come struttura solo ad ospitare al massimo un’area di sgambamento per cani. Per questo JJ4 deve essere trasferita quanto prima nel rifugio che abbiamo individuato in Romania e M49, sul quale non pendono giudizi dei Tribunali, debba riottenere vita degna di essere vissuta, diversa dall’attuale sopravvivenza al Casteller».    

Secondo la LAV, infatti, i singoli recinti nel quale è suddiviso il rifugio rumeno proposto come alternativa a costo zero per la collettività, sono tutti collegati tra loro tramite tunnel che possono essere aperti o chiusi a seconda delle necessità e sono tra le otto e le quaranta volte più grandi di quelli del Casteller. «Una volta trasferita JJ4 e tirato quindi un sospiro di sollievo per essere riusciti a sventare la sua uccisione», concludono dalla LAV «ci occuperemo anche di M49».   

(Foto d’apertura: IPA)

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