La crisi climatica minaccia l’allattamento e la sopravvivenza degli orsi polari
Un nuovo studio condotto dall’Università di Toronto svela un legame inquietante tra scioglimento dei ghiacciai e maggiore fatica ad allattare nelle femmine di orso polare.
di Silvia Stellacci
Nelle fredde terre dell’Artico, dove il ghiaccio marino è il palcoscenico della vita degli orsi polari, una triste realtà si svela: il riscaldamento climatico sta mettendo a rischio l’allattamento di queste maestose creature. Lo rivela uno studio condotto dall’Università di Toronto Scarborough e pubblicato sulla rivista scientifica Marine Ecology Progress Series, in cui viene evidenziato il precario equilibrio tra sopravvivenza e declino della specie.
Il dramma dello scioglimento dei ghiacciai
L’Artico, un vasto e inospitale territorio dominato dal gelo, è a grave rischio a causa del riscaldamento climatico, che è all’origine dello scioglimento repentino dei ghiacciai.
Gli orsi polari abitano i ghiacci artici e sono grandi cacciatori di foche. Se il ghiaccio si scioglie, il loro mondo crolla, non solo perché quello è il loro habitat naturale, ma anche perché le foche diventano irraggiungibili e loro sono costretti a spostarsi sulla terraferma per cercare il cibo.
Lo studio, intitolato “La performance di allattamento negli orsi polari è associata al tempo di digiuno e allo stato energetico”, rivela proprio una connessione inquietante fra il tempo trascorso sulla terraferma e la capacità delle femmine di allattare.
Allattamento compromesso e minaccia alla sopravvivenza
Dopo aver studiato un gruppo di orse polari in Canada, i ricercatori sono giunti a conclusioni che fanno riflettere. Le femmine della specie, costrette a lunghi periodi di digiuno sulla terraferma, producono latte con meno energia e si affidano alle proprie “scorte” per coprire il fabbisogno energetico e quello della prole. Le conseguenze di questa situazione si riflettono sui cuccioli stessi che, privati di nutrienti essenziali, affrontano una lotta più ardua per la sopravvivenza.
«In generale, l’energia contenuta nel latte è diminuita e la sua produzione si è interrotta con un digiuno prolungato», spiegano nello studio gli studiosi del Laboratorio di Ecologia Quantitativa del Cambiamento Globale. «Il valore energetico del latte è diminuito più bruscamente con il digiuno (2,6 volte più forte) nelle femmine con due figli rispetto a quelle con uno solo. Le femmine con cuccioli nati durante l’anno producevano latte con un’energia più elevata rispetto a quelle con cuccioli nati l’anno precedente».
La conseguenza più grave di quanto osservato è che la fatica nell’allattamento potrebbe contribuire al declino delle popolazioni di orsi polari.
Si legge, infatti, nello studio: «La diminuzione dell’energia contenuta nel latte ha favorito le femmine attraverso un minore esaurimento delle riserve energetiche materne, ma la crescita dei cuccioli è diminuita. Un investimento alterato nella lattazione ha probabilmente conseguenze sia sulla sopravvivenza delle femmine sia sul destino della prole che potrebbero influenzare le dinamiche della popolazione».
La nuova ricerca è dunque un richiamo all’azione. La sopravvivenza di questa specie è nelle nostre mani. Bisogna agire prima che il silenzio glaciale dell’Artico sia rotto solo dal lamento delle creature che lo abitano, che potrebbe diventare il triste epilogo di una storia che solo noi abbiamo il potere di cambiare.
(Foto d’apertura: IPA)
Copyright © 2025 – Tutti i diritti riservati