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Il grifone Ovidio, curato e rilasciato dai Carabinieri

Ritrovato a dicembre in Abruzzo in un grave stato di denutrizione, questo giovane avvoltoio è stato accudito per tre mesi da un eccezionale team di militari e veterinari. Ora è stato rilasciato in natura e ha un trasmettitore GPS che tiene monitorata la sua posizione. A capo del reparto dei Carabinieri dedicato, c’è un Tenente Colonnello donna.

di Redazione
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“Registriamo un grande successo per la tutela della biodiversità”, ha commentato il Tenente Colonnello Monica Sciarra, “ed è per questo che abbiamo lavorato intensamente, per permettere al giovane avvoltoio di tornare libero al più presto”. Sono le parole del Comandante del Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro, in Abruzzo, diffuse in una nota.
L’”operazione grifone” colpisce in modo particolare per la straordinaria collaborazione fra i molti attori in gioco, durata mesi e molto impegnativa, e anche per la bellezza dell’esemplare salvato dal nucleo speciale dei militari.

E’ un giovane avvoltoio, appunto, chiamato poi Ovidio, quello trovato lo scorso dicembre dal Reparto Carabinieri Biodiversità di Magliano de’ Marsi, in Abruzzo, sulla strada Cicolana. Era in evidente difficoltà e non poteva volare, ma recuperarlo è stato lo stesso difficile perché l’uccello era particolarmente diffidente e non gravida affatto l’avvicinarsi degli uomini. A una prima occhiata dei militari, l’avvoltoio appariva senza più forze, spossato: forse era arrivato da molto lontano, i giovani di questa specie sono soliti fare lunghi viaggi. Senz’altro era affamato, il che significava che non aveva le forze per andare a cercarsi il cibo. Ovidio è stato così ricoverato presso le Voliere di acclimatazione della Riserva Naturale Orientata Molte Velino, gestita dai Carabinieri, e da subito seguito dal team veterinario Asl 01 de L’Aquila. I medici hanno confermato che il suo stato fisico era buono e che l’uccello non presentava ferite o fratture, era solo fortemente denutrito.

Ovidio è stato così rifocillato e ha dato segnali positivi  da fin dai primi giorni: ciò che gli mancava per recuperare le forze era il cibo. Contrariamente all’aquila e al falco, uccelli rapaci come lui, l’avvoltoio ha la particolarità di nutrirsi solo di carogne di altri animali e non va a caccia di prede vive. Ha un ruolo importante proprio come “spazzino della natura:” mangiando le carogne degli altri animali, le elimina dall’ambiente e rallenta la diffusione di certe malattie. 
Nel nostro Paese l’unica regione che ha una popolazione autoctona di grifoni è la Sardegna: negli ultimi anni, in diverse altre zone italiane come l’Appennino abruzzese, il Friuli e la Calabria sono stati promossi progetti di introduzione di questo avvoltoio.

“Ad oggi l’Arma dei Carabinieri si occupa attraverso il Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro di studiare questa specie attraverso azioni di tutela e monitoraggio. Questa attività viene svolta in sinergia con altri Reparti ed Enti, quali il Reparto Carabinieri Biodiversità di L’Aquila e con l’associazione Rewilding Apennines”, ha dichiarato il Tenente Colonnello Sciarra nella nota diffusa.

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Il momento della liberazione del grifone in natura da parte dei Carabinieri.

“Questo lieto fine pertanto è dovuto alla stretta opera di collaborazione tra i Reparti Biodiversità distribuiti sul territorio e coordinati dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità con sede a Roma ed è grazie a lavoro di tutti coloro che si sono impegnati a vario titolo per la buona riuscita della stessa che oggi possiamo raccontare il successo della liberazione di Ovidio, di cui controlliamo gli spostamenti grazie al GPS di cui è dotato”. 

Prima di essere finalmente rilasciato in natura, nella zona di una colonia riproduttiva in Abruzzo, l’avvoltoio è stato sottoposto a una serie di esami clinici con l’aiuto dei veterinari del Parco nazionale della Maiella. Poi è stato inanellato e dotato appunto di un ricevitore collegato a un sistema di navigazione satellitare in grado di rivelare in ogni momento la sua posizione.

Nella mitologia, il grifone ha il corpo di leone e la testa d’aquila: rappresenta l’unione fra cielo e terra e a questa creatura sono stati attribuiti nei millenni significati fantasiosi. Alcune rappresentazioni del grifone nell’arte risalgono a circa 2000 anni prima di Cristo, in Egitto; pitture e statute con queste sembianze si ritrovano poi numerose, anche in Italia.

Foto: @armadeicarabinieri

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