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I gatti hanno ben 276 espressioni! Uno studio prova a decifrarle

Condotta dall’Università della California, la nuova ricerca ha interpretato i movimenti facciali e li ha classificati in tre maxi categorie: amichevoli, aggressivi e ambigui. Si aprono le porte per comprendere davvero il linguaggio felino. Tanto per capire l’importanza della scoperta: gli umani hanno solo 44 movimenti facciali.

di Lorenzo Sangermano

Del loro essere misteriosi, i gatti non hanno mai fatto segreto. A provare a svelarne alcuni dettagli ci prova uno studio condotto a Los Angeles dall’Università della California. La ricerca, pubblicata sulla rivista “Behavioral Processes”, ha svelato il complesso mondo delle espressioni facciali dei felini e quanto siano importanti nella comunicazione tra di loro. I risultati di questa indagine hanno portato alla scoperta di ben 276 espressioni diverse utilizzate dai gatti per esprimere i loro stati emotivi e le loro intenzioni.

Il team di ricerca ha analizzato video registrati presso un CatCafè, un locale in cui i gatti interagiscono tra loro in assenza degli umani. Durante un intero anno accademico, la ricercatrice Lauren Scott ha catturato 194 minuti di video in cui i felini comunicavano con naturalezza. Questi filmati sono stati poi esaminati dalla psicologa evoluzionista Brittany Florkiewicz, che ha cercato di codificare tutti i movimenti dei muscoli facciali dei mici, escludendo quelli legati a funzioni come la respirazione, la masticazione e lo sbadiglio.

Ciò che è emerso dalla ricerca è sorprendente: i gatti utilizzano ben 276 diverse espressioni facciali per comunicare tra di loro, un numero molto superiore alle precedenti ipotesi. Queste espressioni sono il risultato di una combinazione di 26 movimenti facciali distinti, tra cui spostamenti delle orecchie, battiti di ciglia, leccate del naso e movimenti dei baffi e della bocca. Per fare un confronto, gli esseri umani hanno circa 44 movimenti facciali unici, mentre i cani ne hanno 27.

Le espressioni facciali dei gatti sono state suddivise principalmente in tre categorie: amichevoli, aggressive e ambigue. Circa il 45% è stato classificato come amichevole, il 37% come aggressivo e l’8% come ambiguo. Agli occhi degli scienziati sono apparse anche alcune tendenze comuni. Durante interazioni amichevoli, i gatti tendono a spostare le orecchie e i baffi verso l’altro gatto, mentre in situazioni ostili, le orecchie si appiattiscono e le pupille si restringono.

Un aspetto interessante emerso dalla ricerca è la scoperta di una “comune espressione di gioco” tra i gatti, caratterizzata da mascella abbassata e angoli della bocca ritratti. Questa espressione è simile a quella osservata in situazioni di gioco in altre specie, come l’uomo, i cani e le scimmie.

Risultati alla mano, lo studio si rivela di grande impatto per il mondo felino e chi lo circonda. Ad esempio, potrebbe aiutare le persone ad adottare gatti che sono più propensi a convivere con altri animali domestici. Inoltre, potrebbe migliorare la comprensione dei proprietari nei confronti dei loro felini, contribuendo a rafforzare il legame tra uomo e gatto. In futuro, potrebbe persino essere sviluppata un’applicazione che possa decodificare le espressioni facciali dei mici, aprendo nuove opportunità per migliorare la comunicazione tra umani e felini. Diverse aziende hanno già mostrato interesse per questa possibilità: il potenziale di questo campo di ricerca è in continua evoluzione.

(Foto d’apertura: IPA)

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