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I cani preferiscono la voce delle donne a quella degli uomini

Uno studio rivela che l’intonazione melodiosa e più alta della voce femminile cattura in modo particolare l’attenzione e stimola la risposta cerebrale dei nostri amici a quattro zampe.

di Silvia Stellacci

Un recente studio condotto dall’Università Eötvös Loránd, in Ungheria, ha rivelato che i nostri compagni a quattro zampe, i cani, sembrano essere più attenti alle voci delle donne rispetto a quelle degli uomini. Una scoperta che potrebbe portare a rivedere l’antico modo di dire che definisce il cane il “miglior amico dell’uomo”.

Attraverso l’uso di sofisticate tecniche di diagnostica per immagini a risonanza magnetica funzionale (fMRI), gli scienziati hanno analizzato le reazioni cerebrali di 19 cani di famiglia. «Nello studio, gli animali hanno ascoltato registrazioni di discorsi diretti a cani, neonati e adulti, pronunciati da 12 uomini e 12 donne», ha spiegato Anna Gergely, co-autrice dello studio. «I risultati hanno rivelato che i cervelli dei cani rispondono di più al linguaggio diretto a loro e ai neonati rispetto al linguaggio diretto agli adulti, e in particolar modo se a parlare è una donna».

«La sensibilità accentuata dei cervelli dei cani al linguaggio diretto ai cani pronunciato dalle donne potrebbe essere attribuita al fatto che le donne tendono a parlare ai quattrozampe con un tono di voce più esagerato rispetto agli uomini», ha poi aggiunto Anna Gábor, un’altra co-autrice dello studio. 

Questo stile di comunicazione con prosodia alta è comune quando gli adulti parlano con i neonati o i piccoli animali domestici, ed è caratterizzato da un tono di voce più alto e da un’espressione emotiva più intensa.

Studi precedenti avevano già rilevato che i cervelli dei neonati rispondono positivamente a questo stile di linguaggio. Tuttavia, questa è la prima volta che gli scienziati hanno dimostrato che anche i cervelli dei cani mostrano una risposta simile.

«Ciò che rende i risultati particolarmente interessanti è che nei cani, a differenza dei neonati, questa sensibilità non può essere spiegata né da un’antica reattività a segnali di esemplari della stessa specie né dall’esposizione intrauterina alla voce femminile», ha concluso la dottoressa Gergely. «È sorprendente poi che i toni di voce che caratterizzano il linguaggio femminile diretto al cane non siano tipicamente utilizzati nella comunicazione cane-cane. I nostri risultati potrebbero quindi essere la prova di una preferenza neurale sviluppata nel tempo dai cani durante l’addomesticamento».

(Foto d’apertura: IPA)

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