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I cani entrano in carcere. Per trovare una famiglia 

Aiutano i detenuti a recuperare emotività e in cambio vengono preparati per il loro futuro in una nuova casa. Merito del progetto “Qua la zampa”, con cui Enpa ha fatto incontrare agli ospiti della casa circondariale di Viterbo due quattrozampe in cerca di casa: Astro e Bianca.

di Alessio Pagani

Primo bilancio tutto positivo per “Qua la zampa, percorso inclusivo di recupero dell’emotività”. Si tratta del progetto che l’Enpa, Ente nazionale protezione animali, della sezione provinciale di Viterbo, sta portando avanti nella casa circondariale di Mammagialla, grazie al contributo ricevuto della Regione Lazio. 

Il progetto è rivolto ai detenuti e prevede un percorso terapeutico di conoscenza, relazione e interazione con i cani provenienti da realtà e storie di vita differenti, come cani di canile o dei rifugi in cerca di adozione e non, e si pone l’obiettivo di migliorare le capacità sociali e comportamentali e di stimolare il recupero psicologico ed emotivo delle persone recluse. 

Cani e detenuti, in pratica, si aiutano a vicenda. Come ha dimostrato l’analisi dei risultati raggiunti. I partecipanti al progetto, affiancati da personale qualificato, hanno unito lezioni frontali a sessioni di pratica con i cani in cerca di famiglia o recupero comportamentale dopo un passato difficile. Tra loro Astro e Bianca, due meticci per i quali i detenuti, mettendo in campo le conoscenze apprese nel corso della formazione, hanno messo a punto schede descrittive, fondamentali per assicurare loro una corretta adozione.  

Parallelamente “Qua la zampa” ha avuto anche l’obiettivo di dare sostegno al benessere psicofisico dei detenuti proprio grazie all’interazione con gli animali che puntava al recupero dell’emotività, al miglioramento delle capacità sociali e comportamentali.  

Il progetto, inoltre, guarda lontano: l’obiettivo a lungo termine, infatti, è il futuro reinserimento delle persone ora in carcere. Grazie a un bagaglio professionale qualificante che sia in grado di stimolare l’interesse e la spinta motivazionale verso indirizzi lavorativi collegati ai cani, o semplicemente verso attività di volontariato con gli animali. Aiutandoli anche a superare i pregiudizi che li riguardano. Pregiudizi che, invece, gli animali non conoscono: come dimostra la perfetta sintonia creata in questo primo anno di esperienza insieme.  

(Foto d’apertura: IPA)

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