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Cane e padrone resistono due mesi alla deriva nell’oceano

Il naufrago Tim Shaddock e la sua quattrozampe Bella sono rimasti in mare per più di 60 giorni, senza cibo e acqua. Ma hanno resistito fino al fortunato incontro con un peschereccio. Determinante la presenza dell’animale.

di Alessio Pagani

Si sono stretti l’uno all’altra, dandosi coraggio, tenendosi compagnia. Dividendosi la poca acqua piovana a disposizione e il pesce crudo che sono riusciti a pescare. In molti, alla deriva nell’Oceano Pacifico, si sarebbero arresi. Ma Tim Shaddock non era solo. Con lui c’era la sua cagnolona Bella. E grazie a lei si è salvato.  

L’uomo, 51 anni residente a Sidney in Australia, era salpato in aprile dal porto messicano di La Paz, nella Baja California. Con lui c’era l’inseparabile Bella e insieme erano diretti verso la Polinesia francese. Dopo tre settimane di navigazione, però, il catamarano sul quale navigavano era stato investito da una burrasca che aveva completamente distrutto l’elettronica di bordo: niente più radio, radar, strumenti di navigazione, avvolgiranda, verricelli e altri dispositivi che sono indispensabili a chi affronta da solo una lunga traversata. L’imbarcazione è così andata alla deriva nell’oceano più grande della Terra, senza la possibilità di lanciare alcun allarme e con pochissime probabilità di essere incrociata da altre imbarcazioni.  

Abbastanza per perdersi d’animo, ma Tim aveva il suo cane accanto. Così hanno resistito. Si sono cibati di pesce crudo e sono riusciti a dissetarsi raccogliendo acqua piovana. Fondamentale anche la piccola tettoia installata sulla barca, che ha permesso a Shaddock e Bella di ripararsi dal sole e proteggersi dalla disidratazione.  

Dopo più di due mesi, nei giorni scorsi, è arrivata la svolta quando un peschereccio messicano li ha intercettati, facendo scattare le operazioni di soccorso. Nelle prime immagini di Shaddock dopo il salvataggio, ottenute da 9News, l’uomo ha raccontato quello che lui e Bella hanno dovuto affrontare in mare: «Avevo solo attrezzi da pesca e un kit di sopravvivenza. È stata molto dura, un calvario difficile, perché non ho mangiato abbastanza per molto tempo». Interrogato su come è riuscito a sopravvivere, Shaddock ha aggiunto: «È stata una combinazione di abilità e fortuna». Anche se a essere determinate è stata proprio la presenza del cane. Che non ha mai permesso all’uomo di abbandonarsi alla disperazione. Fino al ritorno a casa.  

Dopo il salvataggio, però, le strade dei due si sono separate. Almeno per il momento. Shaddock ha deciso di fare ritorno in Australia, affidando – non è dato sapere se momentaneamente o meno – la cagnolina a Genaro Rosales, un membro dell’equipaggio del peschereccio che li ha salvati, a condizione che si prenda cura di lei. Impossibile, del resto, viste le norme stringenti che regolano l’ingresso degli animali in Australia sottoporla all’ulteriore stress della lunga quarantena.

(Foto d’apertura: 9News)

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