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Dalla vespa killer alle zanzare. Estate a rischio punture

La velutina, il nemico pubblico delle api, è pericolosa anche per l’uomo. Ma attenzione anche alle punture degli altri insetti.

di Alessio Pagani

L’ultima tragedia è avvenuta nei giorni scorsi, in provincia Pordenone. A perdere la vita, dopo essere stato punto da uno sciame di calabroni, è stato un 45enne residente a Claut. Fatale per l’uomo lo choc anafilattico innescato dal veleno degli insetti. Con i soccorsi che si sono rivelati inutili. I calabroni, però, non sono la sola insidia dell’estate. A creare problemi, anche se in misura minore, possono essere anche vespe, api e zanzare.

La vespa velutina

Tra loro più temibile è senza dubbio la vespa velutina, nemica sia dell’umo che delle api. Introdotta accidentalmente in Francia nel 2004, la presenza del calabrone asiatico (altro nome con cui è conosciuta la vespa velutina) è progredita anno dopo anno. Come i comuni vespidi diffusi in Europa, è dotata di un pungiglione e presenta un comportamento discretamente aggressivo nei confronti dell’uomo. Secondo gli entomologi la sua pericolosità, per gli uomini e i mammiferi in genere, e anche l’aggressività vanno paragonate a quelle delle altre vespe europee. In particolare, però, la velutina può considerarsi più pericolosa della vespa perché più grande e quindi dotata di maggior veleno. Più che nei confronti dell’uomo, però, la sua pericolosità è maggiore per le api europee, suo alimento preferito, di cui è una killer spietata. Pur abilissima predatrice di api anche nel suo territorio di origine, è in Europa che questo imenottero riesce a minarne seriamente l’esistenza. Le specie del sud-est asiatico hanno adottato, infatti, dei comportamenti validi per combatterla che però non sono ancora stati appresi delle api nostrane.

Per vespe e api il pungiglione è un’arma di difesa. Se le api possono essere considerate in un certo senso innocue perché pungono solo se avvertono un pericolo per sé o per il proprio alveare, le vespe sono attratte dal cibo e in particolare dagli alimenti dolci, motivo per cui ronzano spesso intorno alla tavola. Le vespe inoltre possono colpire più volte con il proprio pungiglione, al contrario delle api che muoiono dopo aver usato questa arma. La puntura più comune della stagione però è quella della zanzara: questi insetti colpiscono prevalentemente dal tardo pomeriggio in poi, anche se l’arrivo delle zanzare tigre ha reso anche le ore di luce un momento potenzialmente critico. La puntura di quest’ultimo tipo di zanzara inoltre causa una reazione ancora maggiore. Le zanzare prediligono la pelle umida o sudata e i vestiti scuri, sono inoltre maggiormente presenti nelle zone lacustri o paludose e dove c’è acqua stagnante.

I sintomi delle punture di insetto

«Le zanzare iniettano una sostanza tossica allergizzante nel nostro organismo che causa un’infiammazione (pomfo) che dà prurito per diversi minuti», sottolineano dall’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, alle porte di Milano, che ha messo a disposizione sul suo portale alcune schede informative. «Le reazioni possono variare da persona a persona, in alcune i pomfi possono essere molto grossi e a seguito delle punture può manifestarsi febbre». Se si viene colpiti da un’ape o da una vespa ma anche da un calabrone, invece, possono verificarsi due reazioni: non allergica e allergica. «La reazione non allergica si manifesta con gonfiore, intenso bruciore e prurito in sede di puntura. L’area dolente può anche gonfiarsi ulteriormente nelle 24 ore successive. La reazione allergica si presenta con gli stessi sintomi, ma estesi a una zona più ampia. Si aggiungono poi difficoltà a respirare, dolore al petto e riduzione della pressione arteriosa».

Cosa fare in caso di puntura?

Dopo una puntura di zanzara, il prurito è temporaneo. Possono fornire un leggero sollievo stick specifici a base di ammoniaca a basse concentrazioni o prodotti naturali. «Quando il pomfo è particolarmente grosso e raggiunge dimensioni superiori a quelle di una moneta da un euro», aggiungono dall’Istituto Clinico Humanitas, «è consigliabile applicare una crema a base di antistaminico o di cortisone». In caso di eritema, febbre, mal di testa, difficoltà respiratoria, tachicardia, è consigliabile recarsi in Pronto soccorso. Se si è punti da una vespa o da un’ape e il pungiglione è inserito nella pelle, bisogna cercare di toglierlo aiutandosi con un ago, una lama smussata o una carta plastificata (una carta di credito, una tessera di un negozio). È bene poi «disinfettare la puntura con acqua ossigenata o euclorina, immergere la zona colpita in acqua fredda o applicare del ghiaccio: questo riduce il dolore e rallenta l’assorbimento del veleno, mantenere ferma la zona in cui si è stati punti e solo in un secondo momento si può applicare una crema al cortisone». I soggetti allergici alle punture di vespe, api e calabroni devono avere sempre con sé i farmaci antistaminici o un preparato monouso a base di adrenalina in caso di necessità. «È consigliabile andare in Pronto soccorso solo se si è stati punti in zone sensibili come bocca, naso o occhio o se si hanno molte punture a seguito di un attacco da parte di uno sciame di insetti».

(Foto d’apertura: Vespa velutina, @du_jardin_de_cath)

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