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Avvelenata Atena, la barboncina di Marica Pellegrinelli 

Allarme bocconi al veleno nel territorio comunale di Gorlago dove altri sei cani hanno perso la vita. «La mia cucciola è stata uccisa da una dose che avrebbe ammazzato un cavallo». La LAV presenta un esposto in procura.

di Alessio Pagani

Un boccone avvelenato si è portato via Atena, la barboncina della modella bergamasca Marica Pellegrinelli. Lo ha annunciato lei stessa. L’ex moglie di Eros Ramazzotti ha scritto, infatti, sui suoi social un triste messaggio, carico di rabbia contro chi ha deciso deliberatamente di disseminare la pista ciclabile che collega Gorlago, Trescore Balneario e Zandobbio (Bergamo) di polpette farcite di veleno. «Atena è morta dopo dolori strazianti. Il veterinario», ha raccontato Pellegrinelli, «l’ha ricoverata nell’arco di quindici minuti e l’ha sedata, è riuscito ad interrompere il dolore ma invano.

«Mio padre e lei stavano facendo una passeggiata, papà era al cellulare con me, stavamo organizzando il compleanno di mia madre ma la telefonata cade, Atena ha mangiato un boccone avvelenato. Una dose di veleno che avrebbe ucciso un cavallo, che le ha immediatamente spappolato il pancreas». Così per lei non c’è stato nulla da fare.

La stessa sorte è toccata ad altri 6 cani nella stessa zona, mentre altri quattrozampe sono stati salvati dai veterinari, riportando comunque conseguenze pesantissime e permanenti. Tanto che i carabinieri Forestali hanno avviato un’indagine e il Comune di Gorlago ha segnalato sia sul sito istituzionale sia sul display del Comune l’allarme per le esche avvelenate. «I luoghi interessati si trovano al confine con Zandobbio dove ci sono serre e campi e più precisamente lungo l’asta del fiume Cherio», si legge nell’avviso pubblico. «Le autorità competenti stanno monitorando la situazione». Posizionati a ridosso dei luoghi incriminati anche cartelli di avviso, se non altro per provare a evitare che il dramma si ripeta.

«Tante persone della zona mi seguono», ha aggiunto Pellegrinelli, «spero che questo messaggio possa salvare i vostri cani». E sulla questione è intervenuta direttamente anche la Lega anti vivisezione. «Anche la LAV sporgerà denuncia contro ignoti», hanno fatto sapere dal direttivo di Bergamo, «e ci auguriamo che i responsabili siano identificati prima di dover piangere altre vittime».

Nell’attesa dei riscontri delle forze di polizia e delle autorità giudiziarie, è proprio la LAV a diffondere alcuni consigli. «Le aree maggiormente a rischio sono le immediate vicinanze delle aziende faunistico – venatorie o di protezione della fauna o di caccia autogestite, in cui gli avvelenatori hanno tutto l’interesse a sterminare qualsiasi predatore che possa interferire con l’attività della caccia», spiegano dall’associazione. «I boschi in cui si raccolgono tartufi possono nascondere insidie: la concorrenza tra i tartufai può infatti spingere a cercare di avvelenare il cane dei concorrenti. I confini di coltivazioni collinari e montane sono da considerarsi anch’essi zone a rischio: l’avvelenamento di cervi, caprioli e altri animali che possono danneggiare il raccolto è purtroppo una pratica diffusa. Se possibile meglio non passeggiare con il cane in queste zone o valutare di fargli indossare una museruola a gabbia, sempre che la tolleri e che sia stato abituato a portarla».

(Foto: @maricapellegrinelli)

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