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Addio Elisabetta, la sovrana innamorata di cani e cavalli 

L’amore per i quattro zampe e gli equini ha caratterizzato tutta la sua vita. Un rapporto vero, non di facciata, portato avanti da autentica conoscitrice e appassionata di corgi e purosangue.

di Alessio Pagani

Una passione smisurata per cani e cavalli. È quella che ha caratterizzato la vita della regina d’Inghilterra Elisabetta II, scomparsa nel pomeriggio di oggi, nella sua residenza scozzese di Balmoral.  96 anni di eleganza inarrivabile e passione per gli animali, quattrozampe e purosangue su tutti. Un filo conduttore che ne ha scandito la vita, fino a diventare un rifugio sicuro per superare dolori e perdite. Se nell’iconografia di questa donna eccezionale è famoso il suo rapporto stretto con la natura e gli animali, domestici e selvatici che fossero – anche se sotto questo profilo non mancano le contraddizioni vista la sua passione per la caccia – sono proprio gli equini e i cani a essere stati i soli sempre al suo fianco.  

La dinastia dei corgi  

«Il suo tappeto mobile»: così Lady Diana definiva i corgi della regina, considerati una compagine sempre presente come un’ombra dietro la loro padrona, pronti a seguirla di stanza in stanza e al suo fianco in ogni occasione, comprese quelle ufficiali. Questa singolare e poco diffusa razza di cani, che la stessa sovrana ha contribuito a salvaguardare, si è così legata a doppio filo alla vita di Elisabetta II. La sovrana è stata insieme a loro fin da giovanissima: il suo primo cane, infatti, fu Susan, regalo del padre re Giorgio VI nel 1944. A lei ne sono seguiti molti, moltissimi altri, si dice oltre 30 nel corso del tempo. Non solo corgi ma anche dorgi (frutto di un incrocio tra corgi e bassotto) come Candy, una delle più fedeli cagnoline di sua maestà. Solo di recente, ai due corgi e alla dorgi rimasti accanto a lei, si è aggiunta un’esemplare di un’altra razza. Lissy, subito ribattezzata, “cagnolina da record”. La giovane cocker spaniel di 4 anni, infatti, ha vinto la novantunesima edizione del Kennel Club Cocker Spaniel Championship, battendo ben 38 avversari e diventando così il primo cane da caccia premiato al seguito di suo maestà. Chiamata così proprio in onore di The Queen, le ha fatto infrangere la promessa di non voler più adottare alcun cane. Pare siano stati i nipoti – George, Charlotte e Louis – a convincerla e dal gennaio di quest’anno la cagnolina non si è mai staccata da Elisabetta. La figura della regina resta però legata indissolubilmente ai piccoli ma tenaci corgi. Le immagini di lei che cammina circondata dai suoi cani fanno ormai parte della storia quanto la borsetta con i manici e i cappellini.

Ferma nell’addestramento, nonostante qualche conflitto tra i suoi quattro zampe e il personale di servizio, più flessibile nella loro alimentazione. Si dice, infatti, che i cani di Elisabetta aspettassero con impazienza la colazione che la sovrana soleva fare di tanto in tanto con la marmellata spalmata sul pane tostato. Questo perché, hanno riferito alcuni testimoni, capitava che lanciasse loro qualche piccolo boccone. L’ex chef reale Darren McGrady ha, poi, rivelato tutto sulla dieta dei cani reali. Un menù vario e deciso mensilmente. «Un giorno manzo, il giorno dopo pollo, poi agnello, coniglio. Pietanze che si alternavano e venivano tagliate e poi cucinate a cubetti molto fini, per assicurarsi che non ci fossero ossa in modo che i cani non avessero problemi di digestione».  

I purosangue reali  

Se le foto di Elisabetta con in cani si sprecano -mentre pare ne esista soltanto una, peraltro non pubblicizzata di lei con in braccio un gatto-, l’altra immagine con cui la si ricorda è in sella a un cavallo. Il colpo di fulmine per gli equini, del resto, scoccò ancor prima della sua passione per i cani. Aveva solo 4 anni quando il padre, Giorgio VI, le affidò il primo pony Shetland di nome Peggy. Da allora non ha mai smesso di praticare equitazione, con l’addio alla sella arrivato solo di recente per imposizione dei medici. Fino quasi alla fine, però, ha seguito da vicino i progressi dei suoi campioni nei templi dell’ippica britannica: Royal Stud, a Hampton Court, e a Sandringham e Wolferton, in Norfolk, e Polhampton nel Berkshire. Aveva ancora circa 25 cavalli in addestramento di razza Windsor Grey, allevati dalla famiglia reale dal 19esimo secolo, e di razza Cleveland Bay (baio di Cleveland).

Si dice poi che The Queen, fino a che la salute lo ha permesso, trascorresse ancora molto tempo nelle scuderie e che ogni mattina leggesse il “Racing Post”, il quotidiano di riferimento dei patiti dell’ippica. L’ultima volta che la sovrana è stata ritratta in sella a un cavallo risale al dicembre 2020, ma pare che fino all’anno scorso amasse montare quotidianamente, dedicandosi a rilassanti passeggiate in sella al pony nero Carltonlima Emma, il preferito di Sua Maestà anche per il suo temperamento docile. Con l’immancabile foulard in testa – che al momento delle cavalcate prende il posto dei cappellini delle occasioni ufficiali – stivali di rito e impermeabile. Un’amazzone entrata nella storia per non uscirne mai più.  

(Foto d’apertura: @royalty.crown)

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