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Thomas e Numb, che insieme scalano le montagne

Il fondatore di “Walkingwolf” spiega a Petme come ci si prepara per andare in montagna con il proprio cane. E racconta le straordinarie avventure vissute insieme al suo lupo cecoslovacco di due anni e mezzo. Come la scalata del Monte Bianco in due giorni.

di Silvia Stellacci
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Un duo straordinario ha catturato l’attenzione di appassionati di natura e animali: l’ex atleta di sci Thomas Colussa e il suo lupo cecoslovacco Numb di due anni e mezzo. Insieme, vivono avventure uniche, scalando montagne e condividendo ogni loro esperienza sulla pagina Instagram Walkingwolf, da cui prende il nome anche l’Academy fondata lo scorso settembre da Thomas. Un’istituzione dedicata a preparare cani e proprietari per le sfide della montagna, che offre una formazione su misura e una gamma di attrezzature specializzate, aprendo le porte a un nuovo mondo di esplorazione e connessione con la natura.
Un traguardo impensabile solo poco più di due anni fa, quando Numb, a pochi mesi dalla nascita, si è ritrovato paralizzato da una lesione vertebrale. Un gioco insieme ai suoi fratelli ha rischiato di privarlo della mobilità per sempre, se non fosse stato per Thomas e il suo amore. Un rinforzo mirato dei muscoli della zampa posteriore sinistra e l’aiuto oculato dei veterinari ortopedici hanno permesso a Numb di tornare alla sua piena vitalità.

Da quel momento, i due non si sono mai fermati. Dal Monte Rosa al Monte Bianco, hanno scalato insieme le più alte montagne d’Italia, ispirando tutti coloro che hanno incrociato il loro cammino.
Abbiamo chiesto a Thomas di raccontare a Petme l’ultima grande avventura vissuta con Numb e di spiegarci come ci si prepara per affrontare una scalata in montagna insieme al proprio amato cane.

Come vi siete allenati tu e Numb per le spedizioni e per riuscire a scalare il Monte Bianco?
 “Ho strutturato un piano in tre fasi, sia per prepararci fisicamente che per prepararci alla quota. La fase 1 era quella dei 3.000 m di quota, che avremmo dovuto raggiungere per 10 volte, poi ci è scappata un po’ la mano e ora siamo a 23 volte quota 3.000 m. La fase 2 era quella dei 4.000 m, mentre la fase 3 era quella del Monte Bianco, alla cui preparazione servivano proprio le prime due fasi. Per questo tutte le montagne scalate in precedenza erano pensate con un grado di difficoltà crescente, per prepararci alla grande avventura. Abbiamo impiegato un anno e mezzo”.


Quanto tempo avete impiegato per arrivare in cima?
 “Ci abbiamo messo due giorni interi per andare e tornare, siamo partiti il 2 di luglio alle 7:30 dalla Val Veny e siamo arrivati alle 16:30 del giorno dopo, giù a Chamonix. Siamo saliti dalla via italiana, più tecnica e complessa, e siamo scesi dalla via francese, più semplice e tranquilla da percorrere”.
Come è nata invece l’idea di fondare la tua Academy?
 “Verso la metà della fase 2 del mio progetto iniziale – quando eravamo alla quarta, quinta volta in cui raggiungevamo i 4.000 m – ha cominciato a prendere forma l’idea dell’Academy. Un po’ anche a partire dalle richieste del pubblico arrivate grazie alle mie storie e ai miei video su Instagram, dove ho dato tanti consigli e imparato molto. Poi è stata anche abbastanza veloce da realizzare come idea, l’Academy è nata lo scorso settembre e in questi mesi stiamo già raccogliendo le prime soddisfazioni”.
Che tipo di formazione offrite?
 “Dipende da chi arriva. C’è chi si approccia per la prima volta a questo tipo di attività e ci sono persone che già vanno in montagna, che sono già pronte fisicamente, ma che non sanno come fare per portare il cane con loro, non sanno come attrezzarlo. Una piccola rivoluzione che abbiamo creato è stata l’attrezzatura da montagna per cani, perché esistono tante pettorine che non vanno bene. Come la classica pettorina ad h, che non deve essere usata in montagna, perché se c’è bisogno di un recupero non favorisce i soccorsi, se il cane scivola si fa male alle ascelle, e soprattutto si sfila. Il tipo di pettorina che si dovrebbe usare è quella antifuga che usiamo noi, con cui si può sollevare il cane senza problemi. Oltre alla pettorina, bisogna avere anche l’imbrago e il guinzaglio, anche se la cosa fondamentale è sempre e comunque procedere con coscienza”.
Che tipo di preparazione si deve avere per scalare una montagna insieme al proprio cane? 
”La preparazione è del tutto graduale e dipende anche dall’ambiente in cui vive il cane, perché se stiamo parlando di un cane che vive in montagna possiamo partire in un certo modo, se invece parliamo di un cane che viene dalla città, partiamo in tutt’altro modo, soprattutto per quello che riguarda i polpastrelli. Numb non ha mai dovuto mettere niente sui polpastrelli, perché è sulla neve da quando ha 5 mesi. Se prendessimo sempre un cecoslovacco che ha l’età di Numb, ma che vive in città, dovremmo lavorare per forza in maniera differente. È fondamentale abituare l’animale gradualmente”.
Ci sono prodotti in particolare da usare per tutelare il cane in montagna?
 “Quello che consiglio sempre di avere nello zaino è la crema, che sia a base di vasellina o di grasso di cervo – anche se la vasellina si può congelare con le basse temperature. Averla sempre con sè è importante, perché può andare bene anche per altri tagli. Ci sono poi le protezioni per gli occhi, se il cane non tiene su la maschera; ci sono i colliri da mettere prima, durante e dopo. C’è la crema per proteggere il tartufo dal freddo e dal vento, perché se si screpola sono guai seri. Sempre contro il vento vanno protette anche le orecchie, è una cosa che ho notato dà fastidio a Numb. Quindi, bisogna proteggere le orecchie del cane con un banalissimo scaldacollo”.
Ci sono cani che più di altri possono affrontare un’escursione in montagna e cani che assolutamente non possono farlo?
 “Parlando anche con gli ortopedici, ho sempre sconsigliato di far svolgere questo tipo di attività ai molossi e ai cani pesanti, perché non sono cani da chilometri, si andrebbero a massacrare le articolazioni. Mentre è chiaro che i lupoidi sono avvantaggiati. Per l’esperienza che ho io, non andrei oltre un cane di 35 kg, perché bisogna sempre pensare che se succede qualcosa dobbiamo essere in grado di controllare la situazione. Se il cane scivola, noi dobbiamo saperlo tenere”.
Dopo il Monte Bianco, ci sono nuove avventure che stai pensando di affrontare insieme a Numb?
 “Noi ripartiamo a marzo, ritorniamo sul Monte Rosa, ci stiamo allenando proprio per questo adesso. Stiamo anche cercando sponsor che ci sostengano nelle spedizioni che faremo oltre a quella del Rosa: saranno internazionali e andremo anche fuori dai confini dell’Europa. Di fatto noi adesso possiamo chiedere già due Guinness World Record per numero di 3.000 e 4.000 m fatti col cane. Adesso siamo a ventitré 3.000 m fatti e dieci 4.000 m fatti”.

Tutte le foto @walkingwolf_official

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