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Puppy Yoga, che passione: sul tappetino con i cuccioli più teneri

Scelta di benessere che unisce la passione per lo sport a quella per gli animali, lo yoga in compagnia di cagnolini è ricco di benefici per chiunque ne prenda parte. Lo racconta Leonardo Iegiani, socio fondatore di Puppy Yoga Roma. “Vengono da noi anche famiglie, madri e figlie, o persone che hanno perso il proprio quattrozampe”. Presto un evento presso un canile, con cani adottabili.

di Silvia Stellacci

In un angolo pittoresco di Roma, un’esperienza innovativa sta guadagnando popolarità, portando il concetto di benessere a nuove vette. Puppy Yoga Roma è tra i primi centri in Italia a sposare l’arte dello yoga con l’amore per i cuccioli di cane. Aperto lo scorso ottobre, ha subito conquistato il cuore dei clienti perché crea una sinergia tra il benessere fisico derivante dallo yoga e la terapia affettiva dei cuccioli che offre un rifugio emozionale per individui di tutte le età.

Abbiamo intervistato Leonardo Iegiani, che con alcuni soci ha fondato Puppy Yoga Roma.

Come si svolge una lezione di Puppy Yoga?

«Il sabato e la domenica, organizziamo tre sessioni di Puppy Yoga a pomeriggio. Si devono prenotare. Ogni lezione dura un’ora, durante la quale i nostri clienti potranno fare mezz’ora di yoga con una regolare insegnante, avendo già i cuccioli presenti in sala, per poi dedicare la restante mezz’ora a coccolare, rilassarsi, giocare e farsi anche foto con i cuccioli. L’idea è quella di unire la passione per lo sport a quella per gli animali».

Come è nata l’idea? Avete preso ispirazione da qualcuno all’estero?

«Sì, il format esisteva ormai da diversi anni in America e anche in altri paesi d’Europa. Abbiamo visto che era un’idea, particolare, sicuramente nuova e abbiamo pensato che potesse essere apprezzata e ben accolta dai clienti anche in Italia. In più, io e i miei soci siamo sicuramente uniti dalla passione per gli animali, per i cani e per lo yoga. Con il Puppy Yoga abbiamo fatto scoprire anche un aspetto ancora più piacevole dello sport».

Quali sono i maggiori benefici per chi fa Puppy Yoga? E per i cuccioli che partecipano alle sessioni?

«Per i partecipanti, i benefici sono quelli classici dello yoga – quindi distensione e rilassamento – cui si aggiunge l’apporto terapeutico dei cuccioli che contribuiscono a portare gioia e rilassatezza. Dall’altro lato, abbiamo benefici anche per i cuccioli, che hanno finito lo svezzamento e hanno vissuto in casa con la mamma e i fratellini per 60 o più giorni. L’idea è quella di far vivere loro un’esperienza di socializzazione, che va dal trasporto in macchina, all’interazione con le persone alla conoscenza di un luogo nuovo, dove si cerca di farli ambientare affinché tutti trovino prima o poi una famiglia».

È mai capitato che chi partecipa alle lezioni poi decida di adottare un cucciolo?

«Sì, è capitato in particolare con dei barboncini, con dei labrador e dei bulldog francesi. Poi, a seguito di un colloquio tra l’utente e l’allevamento o il rifugio cui appartengono i cani, si decide se la persona è un giusto affidatario per il cagnolino oppure no». 

A chi vi rivolgete per portare i cuccioli a lezione di yoga? Collaborate con canili?

«Il corso è nato con la volontà di collaborare con canili e rifugi: per quanto riguarda i canili, ci sono però aspetti burocratici molto complessi che rallentano tutto il procedimento. Siamo giunti alla conclusione che questi eventi si potranno fare solo in sede da loro e, a tal proposito, ne terremo uno tra due settimane presso il canile della Muratella, qui a Roma, verosimilmente con cani adulti. Perché i cuccioli che si trovano in canile sono sottoposti a una serie di controlli e quarantene più stringenti, che rendono difficile metterli insieme e portarli a contatto con le persone».

E per quanto riguarda i rifugi?

«Da un lato è più semplice mettersi d’accordo quando il rifugio è privato, ma dall’altro i cani cuccioli che stanno lì per fortuna trovano famiglia più facilmente. Quindi è capitato più di una volta di essere in contatto con rifugi che ci avevano dato disponibilità per una data, e poi dover disdire una settimana prima perché magari sei cuccioli su otto erano stati presi in affidamento. Fortunatamente, dico io».

Quindi, vi rivolgete agli allevamenti?

«Sì, per il resto facciamo affidamento sugli allevamenti che sono certificati ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) e che andiamo a conoscere di persona. Partiamo dal presupposto che i cagnolini abbiano almeno 60 giorni, sverminazione, microchip e una vaccinazione e che siano pronti per questa esperienza. Ogni allevamento ha i suoi standard in merito agli spostamenti dei cuccioli, c’è chi vuole attendere più dei canonici 60 giorni, ma questi sono i requisiti minimi che noi chiediamo». 

C’è un tipo di comportamento che i cagnolini devono saper rispettare?

«Il cucciolo ovviamente non ha compiti, spesso accade anche che dorma. Ovviamente chi partecipa alle lezioni ha la passione per gli animali e capisce che il cucciolo è in libertà e può tranquillamente dormire, bere, addirittura fare i bisognini, se capita. Fa parte del gioco. I cagnolini semplicemente vengono con i loro giochini, una copertina o un lettino, così da sentirsi più facilmente a proprio agio. A seconda delle razze, ci sono poi cuccioli più o meno affettuosi o più o meno giocherelloni. Ad esempio, il San Bernardo è un cane molto dormiglione, ma ci sono anche cani più attivi, il bello è vedere come interagiscono con i clienti». 

Che tipo di accortezze avete nei confronti di cuccioli e clienti?

«Teniamo molto al rapporto corretto e professionale in primis con gli allevamenti e con i cagnolini; poi stiamo molto attenti alle procedure, anche rigide, in quanto a pulizia e sterilizzazione degli ambienti. Si tratta sempre di cagnolini molto piccoli. Ogni fine settimana, prima e dopo le lezioni, tutto l’ambiente viene sterilizzato, per il benessere dei cani e anche, certo, degli umani».

Chi viene a fare Puppy Yoga? 

«È capitato di avere sessioni molto carine con famiglie e bambini, madri e figlie. È un’esperienza che va bene e piace a tutti. E’ successo anche che siano venute persone che avevano  paura dei cani o che non erano vicine all’ambiente cinofilo, ma sono riuscite ugualmente a interagire e a essere serene e in sintonia con i cagnolini. C’è chi viene perché magari non può avere quei determinati cani, o perché ne ha appena perso uno. Ognuno porta con sé la sua storia».

(Foto d’apertura: @puppyyogaroma)

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