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Non solo il gufo: i magnifici sette che vivono di notte

Vivono principalmente, ma anche soltanto la notte, quando i loro predatori dormono o al contrario le loro prede escono dalle tane. Ci sono mammiferi notturni, uccelli, rettili, anche insetti: tutte creature affascinanti, ciascuna con peculiarità diverse. Qui ne presentiamo alcuni e pubblichiamo per tutti una fotografia così che, se doveste incontarli, li potrete riconoscere!

di Leonardo Pini
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Gli animali notturni sono davvero molti: per definizione si intendono notturne quelle specie che svolgono le loro principali attività dopo che il sole è tramontato. Ci sono mammiferi notturni, uccelli, rettili, addirittura insetti: ciascuno ha le sue “specialità”, ma tutti sono accomunati da alcune caratteristiche.
Vivere di notte consente ad alcuni animali di scappare dai predatori, ad altri di mimetizzarsi, ad altri ancora di sfuggire alle temperature bollenti del giorno (in certi habitat).
Conosciuti da tutti come animali notturni ci sono ad esempio il pipistrello e la volpe, ma la lista comprende le specie più bizzarre e insospettabili: in questo articolo ve ne presentiamo sette, con le relative fotografie così che, se ne incontrate uno, possiate riconoscerlo senza confondervi.
In questa esplorazione notturna, che parte dal gufo (considerato anche un uccello che porta fortuna) scopriamo insieme alcuni di questi affascinanti animali che riescono ad adattarsi a contesti particolari.

Il gufo
ll gufo è un uccello rapace notturno con straordinarie capacità di udito e vista. Comune in molte parti del mondo, caccia piccoli mammiferi, insetti e altri uccelli durante la notte. È noto per il suo volo silenzioso e per essere un simbolo di saggezza in molte culture. Durante la notte, tende a volare in piccoli gruppi.

Ne esistono di vari genere. Il gufo comune riesce ad arrivare fino ad un’apertura alare di quasi 96 cm, a differenza del gufo reale, che ha un aspetto più maestoso e può avere un’apertura alare di oltre 2 metri. Altre varietà importanti sono il gufo elfo, che abita le zone nevose della Terra, e il gufo di palude, che è nativo dell’Asia e dell’America del Nord.

Nonostante i suoi habitat preferiti siano le zone con le conifere e le campagne, con il tempo si è adattato a contesti anche più urbani. E’ sugli alberi, però, che viene portato avanti il rituale di corteggiamento, in cui il maschio prova a sedurre la femmina emettendo suoni.
Una caratteristica di questo uccello notturno è quella di non poter muovere gli occhi, ma di poter ruotare la testa di ben 270°!

Il tasso

Foto: IPA

Il tasso è un mustelide notturno noto per il suo aspetto robusto e la mascherina bianca e nera sul muso. Vive principalmente nelle aree boschive dell’Europa e dell’Asia ed è famoso per scavare complessi sistemi di tane sotterranee. Il tasso è onnivoro, si nutre di insetti, piccoli vertebrati, frutta e radici. Durante l’inverno, alcuni animali di questa specie vanno in letargo per alcuni mesi.
Storicamente, il tasso è stato protagonista di folklore e leggende, spesso associato a caratteristiche di determinazione e ingegno: basti pensare, parlando di cultura pop, ai film “Le cronache di Narnia”, dove una coppia di tassi “umanizzati” è fra i protagonisti, e ad Harry Potter con la casa del Tassorosso, dove militano studenti particolarmenti intelligenti e dotati.

Lo zibetto

Foto: IPA

Lo zibetto è un mammifero solitario originario delle regioni sub-sahariane dell’Africa e di alcune zone del sudest asiatico. Con il suo corpo snello e la pelliccia ruvida, lo zibetto emette un forte odore muschioso dalle ghiandole anali per marcare il territorio. Si ciba di insetti, piccoli mammiferi, frutta e bacche vegetali. Con alcune bacche particolari, che mangia e poi espelle nelle feci mischiate ai suoi enzimi, viene preparata la varietà di caffè più preziosa del mondo, la Kopi Luwak. Il caffè costa svariate centinaia di euro al chilo e il Kopi Luwak significa proprio “caffè zibetto”.
Alcune sue caratteristiche uniche: sulla schiena e fino all’estremità della coda ha una cresta di lunghi peli neri. La pianta dei piedi è coperta di peli.
Infine, lo zibetto è noto anche per le sue vocalizzazioni uniche, simili a ringhi, colpi di tosse e urla.

L’opossum

Foto: IPA

L’opossum è un marsupiale nativo della zona delle Americhe. Con una coda prensile e una marcata abitudine al gioco, l’opossum è abile nel salto e nell’arrampicata sugli alberi. È onnivoro, si nutre di frutta, insetti, piccoli vertebrati e carogne. L’opossum è noto per la sua capacità di fingere la morte quando minacciato, un comportamento noto come “giocata dell’opossum”. Una curiosità: nella cultura popolare sono stati i fantastici animaletti di alcuni episodi della saga cinematografica “L’Era Glaciale”

Il procione

Foto: IPA

Il procione è un mammifero originario del Nord America, ma molto presente anche in Europa. Riconoscibile per la mascherina nera intorno agli occhi, è noto per la capacità di adattarsi a una vasta gamma di habitat, comprese le zone urbane. Si nutre di invertebrati, piante e vertebrati.
Il procione usa lavare il cibo prima di consumarlo, un comportamento che gli ha guadagnato il soprannome di “orsetto lavatore”. Questo animale è stato introdotto in molte parti del mondo dall’uomo, creando così popolazioni selvatiche in aree non native.

Il ghiro

Foto: IPA

Non confondetelo con lo scoiattolo, anche se un po’ gli somiglia: riconoscete il ghiro perché tiene sempre la coda dritta e distesa.
Il ghiro è un roditore notturno diffuso in Europa. Si nutre principalmente di frutta, noci e semi. E’ noto per la sua abilità nello scalare alberi e camminare sulle cime degli stessi. Come per il procione, anche il ghiro è stato introdotto con successo in alcune aree non native, dove è diventato purtroppo una specie invasiva. Si dice “dormire come un ghiro” perché questo animale dorme molto: non solo tutto il giorno, ma anche sei mesi all’anno filati, che è quanto dura il suo letargo, durante il quale ingrassa molto per fare scorta di grassi.

Il riccio

Foto: IPA

Il riccio è un mammifero notturno diffuso in Europa. Riconoscibile per il suo corpo ricoperto di aculei, è onnivoro. Va in letargo durante l’inverno per conservare energia.
Il riccio è conosciuto per il suo comportamento di appallottolarsi quando si sente minacciato, esponendo gli aculei (ciascun esemplare ne ha almeno 6 mila), che cambiano colore a seconda della stagione. Ha il cervello piccolo, adatto perlopiù a decifrare segnali olfattivi: è l’olfatto il principale senso del riccio, anche se il suo udito è sopraffino e arriva a captare fino agli ultrasuoni.
I ricci sono in genere accolti positivamente nei giardini domestici per il loro ruolo di predatori naturali di insetti dannosi. Cambiano tana di frequente e i loro spostamenti possono essere anche di 3 chilometri ogni volta. D’inverno vanno in letargo.
Il riccio è un animale solamente notturno, ma non per necessità di nascondersi dai predatori (che con gli aculei tiene lontani), al contrario perché le sue principali prede vivono di notte.
Non chiamatelo porcispino: quello è l’istrice!

In apertura: Il gufo comune. Foto: IPA

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