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Se il cane abbia di notte, occhio al risarcimento

La sentenza della Cassazione ha confermato la condanna dei proprietari degli animali denunciati perché nell’appartamento accanto non si riusciva più a dormire.

di Alessio Pagani

L’abbaio di un cane, o di più cani, può essere un problema. Specialmente se insistente e se avviene nelle ore notturne. Se latrati e rumori superano il limite, infatti, il padrone può rischiare anche una condanna. Lo ha stabilito di recente la Corte di Cassazione, che ha confermato la sentenza con cui la Corte d’Appello di Caltanissetta aveva riconosciuto un risarcimento per i danni provocati dai continui guaiti di due cani lasciati tutte le notti sul terrazzo di un appartamento all’interno di un condominio. Gli animali, ululando in continuazione, hanno reso impossibili le notti dei vicini, che non riuscivano nemmeno a prendere sonno. Fino a quando uno dei condomini ha deciso di dire basta e fare causa, sostenendo che il mancato riposo gli aveva provocato anche danni alla salute. E i giudici gli hanno dato ragione. Nella denuncia si legge di «cupi ululati, nonché continui e fastidiosi guaiti, specie nelle ore dedicate al riposo». La vittima ha anche detto di avere avuto problemi pure dal punto di vista lavorativo, tanto da essere stata licenziata perché non era più in grado di concentrarsi e di svolgere al meglio le sue mansioni. Sempre per colpa della non corretta detenzione dei cani. Il caso è approdato per la prima volta in tribunale nel 2012 ma si è concluso soltanto nei giorni scorsi. Quando la Cassazione, ovvero il terzo e ultimo grado di giudizio della giustizia italiana, ha confermato la sentenza della corte d’Appello di Caltanissetta ribadendo un principio già evidenziato in altre circostanze: se un cane impedisce ai vicini di riposare nelle ore notturne i proprietari sono costretti a pagare un risarcimento alle vittime. Condannando l’imputato a pagare 5.200 euro «oltre a spese generali ed accessorie».

(Foto: IPA)

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