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Gatti in vacanza? Solo se necessario 

Per il gatto abbandonare la propria casa è sempre problematico. Meglio farlo per periodi lunghi o per esperienze davvero su misura per lui.

di Francesca Garrone

L’amore per l’abitudine è una caratteristica che ogni proprietario conosce bene del proprio gatto. Dal carattere suscettibile e imprevedibile, del piccolo felino deve essere studiato ogni possibile cambiamento di vita e le vacanze ne rappresentano uno stravolgimento esemplare. 

È qui che ci troviamo di fronte alla scelta: portare con sé il proprio gatto o lasciarlo a casa? Secondo l’esperienza, la seconda ipotesi rappresenta l’opzione migliore per il benessere dell’animale. Se invece la vacanza è lunga e non prevede spostamenti impegnativi o trasferire l’animale è una necessità, queste regole possono essere molto utili. 

Se la vostra seconda casa è la meta, sarebbe bene al suo primo approccio tenere il gatto dapprima sempre nella stessa stanza. Questo gli permetterà di abituarsi all’ambiente, che esplorerà per almeno le prime 24/48 ore. Gradatamente, dalla stanza iniziale, al gatto vanno mostrate le aree comuni e, in particolare, il luogo in cui posizionerete le sue ciotole e la lettiera.  Per quel che riguarda gli spazi esterni lasciarlo subito libero può essere un grande rischio, in particolare se non lo avete sterilizzato.

In vacanza la sua sicurezza è fondamentale. Anche se è obbligatorio per ora solo in Lombardia, è consigliato dotare il proprio gatto di un microchip. Attraverso una veloce iniezione, una capsula sottocutanea permette al proprietario di rintracciarlo in caso di smarrimento o fuga. Lo stesso vale per il collare, che è di grande aiuto. La sua presenza consente infatti di capire se ci si trova di fronte a un “gatto di casa” e, se ci scrivete sopra il vostro numero di cellulare, sarà facile contattarvi per restituirvelo.

Riuscire a fare indossare al micio il collare non è però così facile. Per il felino il collare rappresenta molto spesso una grande scomodità ed è meglio abituarlo prima della partenza. In commercio sono disponibili tipologie studiate apposta per la loro voglia di muoversi e giocare. Nel caso in cui si impiglino in qualche ostacolo durante le esplorazioni, questi collari sono sicuri perché si sganciano automaticamente appena “avvertono” una tensione insolita. 

Esplorando il mondo esterno, il gatto può incorrere in altri suoi simili, che rappresentano anche il veicolo per numerose malattie. Per poter viaggiare in tranquillità, è bene che il pet abbia ricevuto le normali vaccinazioni, alle quali va anche aggiunto il trattamento contro la leucemia virale felina. 

Dovete sapere che qualunque spostamento causa al nostro pet un forte stress. Tra tutti i mezzi di trasporto che potete utilizzare l’auto ha un vantaggio: permette ai proprietari di potersi fermare, regolare i tempi di viaggio e lasciare libero il gatto, facendolo uscire dal trasportino. Un momento che, vista l’imprevedibilità della specie, è meglio fare durante una pausa e non mentre si è in marcia. Se il vostro gatto però soffre il mal d’auto, è utile somministrare il farmaco idoneo poco tempo prima della partenza. 

Infine se l’opzione è invece quella di lasciarlo da solo nella sua casa, la cosa più importante è trovare una persona che si occupi di lui. Che sia il vicino di casa, un parente o un professionista come il cat sitter, dovrà andare a controllarlo almeno una volta giorno, sia per fargli compagnia che per assicurarsi che tutto provceda bene. Coccole , cibo, giochi , acqua e lettiera sono gli ingredienti  fondamentali affinché trascorra anche lui al meglio questo periodo in vostra assenza.

(Testo raccolto da Lorenzo Sangermano) 

(Foto d’apertura: IPA)

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Foto Francesca Garrone

Il Veterinario

Francesca Garrone

Nata a Vigevano, si è laureata all’Università Statale di Milano in Medicina Veterinaria si trasferisce a Roma e inizia subito a svolgere attività libero professionale in diversi ambulatori. Approfondisce poi le sue conoscenze nel campo della dermatologia collaborando con rinomati specialisti del settore. Si appassiona alla materia e frequenta svariati corsi di aggiornamento, con particolare riferimento all’allergologia.
Dal 2005 è socia dell’ambulatorio “Veterinaria Trieste” di Roma, dove tuttora esercita la professione.
E’ autrice del libro “Prendiamo un cucciolo” (Cairo editore) scritto a quattro mani con la collega veterinaria e amica Chiara Giordano.
A parte il lavoro, il suo hobby del cuore è il giardinaggio.

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