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Texas, dopo la strage entrano in azione i cani da supporto

La Lutheran Church Charities ha schierato otto golden retriever per fornire aiuto psicologico ai sopravvissuti o ai famigliari delle persone uccise. Si tratta di interventi fondamentali e consolidati.

di Alessio Pagani

Ci sono due cose che entrano in scena dopo ogni sparatoria di massa nelle scuole statunitensi. Una è la sterile polemica sul controllo delle armi che non ha quasi mai prodotto risultati. L’altra è decisamente più efficace ed è la terapia di conforto attraverso i cani. Così, anche questa volta, dopo la tragedia avvenuta a Uvalde, in Texas, dove 21 persone sono rimaste uccise a colpi di arma da fuoco, alla Robb Elementary School, sono intervenuti diversi cani specializzati nel supportare i sopravvissuti e i primi soccorritori. Ad inviarli è stata la Lutheran Church Charities, la LCC, che ha schiarato sul campo i suoi team migliori – cani e conduttori – specializzati nel far fronte a queste emergenze e  noti per la loro dedizione a livello nazionale nel fornire conforto e supporto canino a coloro che sono stati colpiti dai disastri. In azione sono così entrati  otto golden retriever. I cani, dai tre ai nove anni, sono arrivati ​​a Uvalde meno di 24 ore dopo la sparatoria, viaggiando da Austin, Wichita Falls, Houston e Plano, in Texas; Kingfisher in Oklahoma e Fort Collins, Colorado. «Abbiamo visto molto choc, pianti, persone sconvolte. E le ore successive alle stragi sono di solito le più brutte», ha sottolineato alla stampa locale, Bonnie Fear, coordinatrice dei team cinofili di risposta alle grandi crisi della LCC. «Le persone non sono pronte per elaborare, ascoltare o rispondere alle domande. Quindi ci presentiamo solo con i cani». E sono proprio questi quattro zampe a fare la differenza. «Ascoltiamo se parlano», ha aggiunto, «altrimenti siamo in silenzio. Lasciamo che i cani si connettano con le persone, che possono esprimere i loro sentimenti in quel momento. Noi siamo solo presenti, in piedi accanto a loro». Così i cani da supporto emotivo hanno partecipato alla veglia di massa a Uvalde e poi hanno visitato la comunità. E sono stati questi i primi momenti di contatto tra i quattro zampe e il personale scolastico e gli studenti, i primi soccorritori e le famiglie delle vittime e dei sopravvissuti.

Come già avvenuto in passato, a partire dal 2012, dopo la sparatoria alla Sandy Hook Elementary di Newtown, nel Connecticut, che ha provocato la morte di 20 alunni di prima elementare e sei educatori. «Allora avevo un cane di nome Howe», ricorda Tim Hetzner, presidente della LCC, «e mi ricordo benissimo di una coppia con un bambino. Howe lo ha guardato e si è alzato, andandogli incontro. Poi cane e bimbo si sono sdraiati insieme e sono rimasti lì fino a quando il piccolo ha alzato l’orecchio del cane e gli raccontato tutto quello che era successo in quella classe. I genitori hanno iniziato a piangere perché era la prima volta che il ragazzino parlava in quattro giorni. E la prima volta che lo ha fatto è stato con un cane».

(Foto: www.lutheranchurchcharities.org)

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