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Unità cinofile contro i bocconi avvelenati

La task force verrà fermata in collaborazione tra l’ENPA e la Regione Umbria. Obiettivo: formare team composti da cane e conduttore in grado di scovare le sostanze pericolose e tutelare anche la salute pubblica.

di Redazione

Una task force per combattere l’avvelenamento degli animali. È in fase di partenza il corso di formazione per specifiche unità cinofile. L’assessorato all’Ambiente della Regione Umbria insieme ad ENPA (Ente nazionale protezione animali) lavoreranno insieme con la Scuola umbra di amministrazione pubblica, a Pila di Perugia: la struttura ospiterà l’intero corso e l’inizio delle attività formative per addestrare le unità cinofile, composte dagli allievi con i rispettivi cani. Il progetto «Lotta contro l’avvelenamento degli animali», già annunciato a Palazzo Donini a ottobre 2021, vede finalmente la propria attuazione. «Il fenomeno dei bocconi avvelenati è grave e diffuso», ha spiegato la Presidente di Enpa nazionale, Carla Rocchi, «questo progetto vuole, pertanto, concorrere a limitarne le conseguenze e a creare la consapevolezza sull’importanza di attuare mirate azioni di prevenzione. Un boccone avvelenato può innescare un’inarrestabile catena di morte: a morire non sono solo gli animali che lo ingeriscono, poiché le carcasse avvelenate, indirettamente, colpiscono anche altri animali che se ne ciberanno. Sono moltissimi, infatti, i casi di avvelenamento diretto o indiretto della fauna selvatica e di animali domestici, ma i numeri non rivelano la reale entità del dramma, che spesso coinvolge anche animali protetti».

«Istituire e formare unità cinofile apposite per la ricerca di bocconi avvelenati», gli ha fatto eco l’assessore regionale umbro all’Ambiente, Roberto Morroni, «permetterà di contrastare il problema e di tutelare anche la salute pubblica, in quanto le sostanze tossiche inquinano le falde acquifere, il suolo, le aree urbane, i parchi naturali e costituiscono un rischio anche per le persone». Il progetto formativo toccherà varie discipline tra le quali etologia e comportamento animale; psicologia canina; attività sensoriali del cane; studio dei principali veleni; per poi svilupparsi con le principali metodiche di addestramento e prove pratiche nella ricerca di esche avvelenate in boschi, parchi pubblici e naturali. Successivamente al periodo formativo, è previsto un esame di abilitazione per accreditare il cane alle attività antiveleno e monitorarne, ogni anno, le caratteristiche specifiche. Verrà, infine, istituito un numero verde per segnalare la presenza di esche avvelenate o di animali con sintomatologia clinica da avvelenamento, al fine di avviare la bonifica del territorio.   

(Foto d’apertura: Regione Umbria)

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